la fuga di mirek parte 1

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The river flows outside of town,
away from dirt,
away from crowds,
and if I could follow it to the sea
I'd wash the sweat right off of me.

So break my legs and weigh me down,
throw me in,
but I won't drown,
I'll float away, go down the stream.
The river flows outside the city.
Carthago est delenda, Million Dead





Mirek Schleck scavalcò il dannato muro che lo separava dal mondo; sarebbe evaso oppure sarebbe morto nel tentativo. Ormai a quasi settant’anni non poteva certo riprovarci, il suo fisico non gliel’avrebbe permesso e soprattutto la polizia pensionaria non gliel’avrebbe permesso. Ormai il suo tempo era quasi scaduto.
Era stato trasferito al Centro Ultimo Saluto, situato in una piccola località della costa adriatica italiana, una settimana prima e ormai mancavano solo due giorni al suo compleanno. Due giorni dopo gli avrebbero somministrato la dose letale che avrebbe posto fine alla sua vita. Questa era la prassi ormai da circa sette anni, da quando era stata introdotta la legge Borges-Cipollotti che regolava la soppressione di tutti gli ultra settantenni sul suolo europeo.
Gli anni precedenti alla legge furono un crescendo esponenziale nel sentire collettivo di un mal celato fastidio nei confronti degli anziani; la popolazione europea ormai stremata da una lunghissima crisi economica e sociale che durava da più di un decennio, provava sempre più odio per quella classe sociale che per più di quarant’anni nei peggiori dei casi,veniva mantenuta dallo stato.
Ormai l’allungamento spropositato delle aspettative di vita, che tuttavia non permettevano un miglioramento nella qualità della vita dell’anziano, si stavano rivelando dei pesi insostenibili per le casse della neo nata federazione europea. Ciononostante alcuni tentativi alternativi furono stati fatti. Si provò ad allungare l’età pensionabile fino ai 75 anni, ma purtroppo la cosa si rivelò alquanto dannosa. Aumento della disoccupazione giovanile ed impiegati ormai troppo in là con gli anni e quindi poco produttivi. Molti studi autorevoli confermarono che oltre i 65 anni il 97% della popolazione non era più in grado di lavorare con un livello accettabile di produttività. Anzi molti lavoratori ultra settantenni si rivelarono addirittura pericolosi per l’incolumità propria e degli altri.
Altro tentativo fu fatto verso un taglio drastico delle pensioni. Ma anche in questo caso le ripercussioni sociali furono molto gravi. Anziani costretti alla fame si organizzarono in bande criminali e cominciarono ad assaltare supermercati e uffici postali, in questo caso per derubarli. Furono i tristi e famigerati anni delle granpa gangs che sfornarono alcuni criminali ormai leggendari come Alfonso Maria Estigaribbia De la Rocha condannato a sei ergastoli o come l’ultra novantenne Avi Rasmussen mai acciuffato dall’Interpol, leggenda vuole che fosse ancora vivo alla veneranda età di 115 anni, latitante da qualche parte in Brasile.
Fatto sta che in tutti quegli anni il sentire comune del resto della gente si era ormai incancrenito in diverse forme di odio verso i vecchi. Il nuovo stereotipo vedeva il classico anziano come un parassita della società. Il peso della sanità pubblica ormai gravava in maniera intollerabile. Inutile dire che il 75% della, ormai stringatissima, spesa pubblica andava verso i più anziani.
Del resto fioccarono molti studi sociologici e medici che non fecero altro che peggiorare la situazione.
Uno studio che fece molto scalpore fu quello dell’università Crystall di Coriza, ad opera di due luminari come Renzo Broschi e Helen Morals, che dimostrò come dopo i settant’anni le persone semplicemente cambiavano così tanto, non solo biologicamente, che era impossibile per i proprio familiari riconoscere in loro i propri cari.
Lo studio ebbe una grossa eco anche al di fuori degli ambienti accademici. Molta sinistra radical- chic protestò flebilmente tacciando lo studio di poca serietà. Ma quando altre università autorevoli confermarono i risultati dello studio Broschi-Morals, tutti abbracciarono la tesi come puro vangelo. I due scienziati vinsero pure il Nobel. Molti altri studi non fecero altro che confermare che invecchiare oltre una certa età era solo un effetto collaterale della modernità ma del tutto contro natura.
 Insomma tutti gli eventi portarono vorticosamente verso la redazione della famigerata legge Borges-Cipollotti. La legge fu sottoposta, da parte della nuova, zelante e giovane classe politica europea, a referendum popolare per ben due volte. Tutti e due i referendum passarono rispettivamente con il 56% e con il 64% di voti favorevoli.
 Quando la legge entrò in vigore Mirek Schleck aveva ancora 63 anni, vedovo e padre di due figli sposati da tempo. Viveva solo in un piccolo paesino della Sassonia. Dopo circa 35 anni passati come insegnante di storia alla scuola media del paese andò in pensione all’età di 60 anni. La sua pensione gli permetteva una vita dignitosa e tutto sommato a parte un po’ di solitudine stava benone. La legge creò grande tumulto. Chi poteva permetterselo lasciava la federazione.
Ovviamente quasi tutti gli stati esteri concedevano il visto agli ultra sessantenni solo dietro ingenti somme di soldi e garanzie di reddito minimo continuativo. Insomma se l’anziano non era davvero benestante per non dire ricco, emigrare era piuttosto difficile.
Molti invece cambiavano identità e si davano alla clandestinità; senza pensione e senza entrate si davano al lavoro in nero (sottopagato ed in condizioni di schiavitù), alla criminalità o alla prostituzione.
Purtroppo la stragrande maggioranza accettava il proprio destino come designato dalla nuova legge.
Alcuni centri di terminazione, denominati Centri Ultimo Saluto, furono individuati. La maggior parte di questi si trovava in Italia, stato della federazione che aveva sostenuto più ardentemente la legge. I quasi settantenni di tutta Europa venivano portati in questi centri e un giorno dopo il compimento dei settant’anni venivano “messi a riposo”.

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