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il controllo finale

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precedentemente ne il controllo Ancora ospedale, per qualche giorno. Qualche frattura e una commozione cerebrale. Al risveglio dell’ultimo giorno trovò un biglietto sotto il cuscino. “vediamoci” . era ancora la sua calligrafia. Una notte, tardi. Una zona industriale con diverse ditte e fabbriche. D. non era mai stato qui. La mano aveva indicato una data, un’ora e delle coordinate. Parcheggiò e scesa dall’auto. Era agitato, tutto il suo essere aspettava qual momento, la prova che non era pazzo era a portata di mano, se qualcuno si fosse presentato, non era pazzo.  Altrimenti… Una donna si presentò. “Dario” disse, “vieni”. Dario la seguì, senza parlare. Provava sensazioni miste, liberazione, per il fatto che non si sbagliava,  e paura perché non riusciva a capire come qualcuno potesse entrargli in testa in quel modo, chi era quella donna? La guardava camminandole dietro, aveva un passo deciso e poco rivelatore. Una persona che faceva ciò che doveva, senza troppe esitazioni, q

il controllo parte 2

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precedentemente ne il controllo Aspettava il giorno dell’intervento, il pacemaker andava cambiato. Si sarebbe fatto dare quello vecchio. Ci sarebbe pur stato qualche indizio sulla sua provenienza. Intanto passava le giornate a casa. Faceva il minimo indispensabile. Si sentiva sospeso, senza volontà. Non andava più a giocare a calcetto, non vedeva più gli amici (conoscenti sarebbe più accurato), non seguiva più le partite, non curava più le sue piante, la sua vera passione. La moglie sembrava timorosa di indagare, provava gentilmente a spronarlo ogni tanto, ma desisteva di fronte al muro che ergeva il marito. Il giorno dell’intervento la moglie lo accompagnò, lui non parlò per tutto il tragitto, venne preparato in attesa dell’intervento il primo pomeriggio, non aveva paura, non provava nulla. Aspettava solo di avere in mano quel piccolo aggeggio metallico. Si era messo in attesa. Sembrava che nulla succedesse, nessun moto interiore, solo attesa. L'intervento fila l

il controllo parte 1

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D. A. accusò il primo formicolio in vacanza. Era al mare con la moglie e i tre bambini. I bambini giocavano sulla spiaggia e la moglie prendeva il sole sullo sdraio affianco al suo. Lui stava leggendo il quotidiano sportivo come gli piaceva fare in vacanza, non gli interessava molto il mercato estivo, quasi tutte le notizie erano aria fritta. Ma gli piaceva l’idea di avere il tempo per leggere il giornale, un lusso che a casa non poteva permettersi. Erano quasi le undici, una lieve brezza stemperava il sole già caldo. Da sopra il giornale vedeva i ragazzi che si rincorrevano pochi metri più avanti, il mare era sereno, in lontananza una nave da crociera rifletteva i raggi solari. Una lieve fitta all’altezza del cuore fu seguita da una leggera scossa che diffuse uno strano pizzicore. D. si spaventò. Si tirò su in posizione eretta e si mise una mano sul cuore. Il pizzicore si stava trasformando in un diffuso formicolio, ma ora il suo cuore batteva forte per lo spavento.  Non a