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yin & yang finale

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precedentemente in yin & yang La bambina con il vestitino bianco era lì, al centro dell’instabile casa, i piedi scalzi poggiavano sulle vecchie travi di legno che costituivano il pavimento di quella dimora cadente, lei era immobile e saldamente ancorata al pavimento, sembrava non avesse il fiatone per la corsa, né che soffrisse per aver corso nel bosco a piedi nudi. Era lì ferma, immobile, con le braccia lungo il corpo e il capo chino verso terra in totale ascolto dell’umidità fra le travi di legno del pavimento e i suoi piedi nudi. La bimba con il vestito nero respirava a fatica, il suo piccolo petto si gonfiava e sgonfiava rapidamente, aveva paura, senza dare troppo ascolto alle sue sensazioni a piccoli, lenti, ma decisi passi si avvicinava all'altra bambina. Fino a quando le due furono l’una di fronte all'altra. Quella vestita in bianco aveva ancora il capo rivolto verso il basso, quella vestita in nero aveva il capo dritto ed era determinata a prenderla. Erano

yin & yang parte 2

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precedentemente in yin & yang La piccola in seconda posizione, a differenza della prima, non riusciva a fare a meno di voltarsi indietro, per vedere lui, l’altro bambino che si era lanciato al loro inseguimento. O solo al suo? Ogni volta che lei si voltava indietro e incrociava lo sguardo dell’altro bambino si domandava se davvero ne valesse la pena, se davvero fosse sicuro, se non fosse troppo pericoloso. Perché lui le diceva di stare attenta? Perché le diceva che era pericoloso? Perché però non le diceva di fermarsi? Perché non le diceva di aspettarlo? Perché continuava ad incoraggiarla ad affrontare quella folle partita ad acchiapparello? Non avendo risposte a queste domande, ma solo adrenalina in circolo la bambina in nero continuò a correre all’inseguimento della bambina in bianco. Fino a quando non arrivò in una zona di bosco in cui gli alberi e gli arbusti erano meno radi, l’aria più pesante, mentre l’impalpabile pioggiorellina continuava a scendere dal cielo na

yin & yang parte 1

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Il bosco era umido, una pioggerellina sottile, ma inesorabile scendeva dal cielo grigio, l’odore di muschio e freddo entrava prepotentemente nei polmoni, le foglie degli alberi e dei cespugli erano di un verde intenso e brillante, e questo contribuiva a rendere l’ambientazione quasi confortevole, ma non abbastanza da far abbassare il ritmo delle pulsazioni del cuore. La solita ambientazione gotica capace di accarezzare senza farti sentire a tuo agio.   Il crepitio delle foglie cadute, quello dei rami a terra che venivano rotti appena li si calpestava ed il respiro affannato per la corsa dei tre bambini erano gli unici rumori che si potevano sentire anche a distanza di chilometri. Un po’ come se in quel bosco non ci fosse nessun altro. Pareva che i tre bambini fossero l’uno all’inseguimento dell’altro, come in un acchiapparello in tinte troppo scure per essere semplicemente un gioco da bambini. Una delle bambine era avanti, era vestita di bianco e senza scarpe, l’umi