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Visualizzazione dei post da ottobre, 2018

cannone infinito parte 2

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precedentemente in cannone infinito - Ecco tieni manda giù. Salute! - Salute. - Cosa stavamo dicendo? Ah si il cambiamento! Vedi persino le montagne che a guardarle sembrano eterne, bè un giorno si sgretoleranno. Per quanto lunga può essere la vita di qualsiasi cosa prima o poi finisce e i suoi resti si trasformano in qualcos’altro! Alla nostra! - Si… Alla nostra. Sai mi manca la mia famiglia. Mia mamma che mi svegliava la mattina, il mio fratellino che mi rompeva le scatole per farmi giocare con lui. Soprattutto la mia ragazza mi manca. Aspetta ti faccio vedere la sua foto. Guarda. - Bella figa, complimenti. Un peccato lasciarsi dietro un bocconcino così. Che ti prende? - Non so nonmisentomoltobene - Cazzo! Stai diventando un po’ bianco. - Ascolta… Io mi stendo un po’ qua per terra… Adesso mi riprendo… Mi devo solo stendere un attimo. - Ma che cazzo, non mi svenire qua, hai capito? Poi sono cazzi! - Non dovevo fumare quella roba, oh Dio mi sento morire! - Oh non sc

yin & yang parte 2

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precedentemente in yin & yang La piccola in seconda posizione, a differenza della prima, non riusciva a fare a meno di voltarsi indietro, per vedere lui, l’altro bambino che si era lanciato al loro inseguimento. O solo al suo? Ogni volta che lei si voltava indietro e incrociava lo sguardo dell’altro bambino si domandava se davvero ne valesse la pena, se davvero fosse sicuro, se non fosse troppo pericoloso. Perché lui le diceva di stare attenta? Perché le diceva che era pericoloso? Perché però non le diceva di fermarsi? Perché non le diceva di aspettarlo? Perché continuava ad incoraggiarla ad affrontare quella folle partita ad acchiapparello? Non avendo risposte a queste domande, ma solo adrenalina in circolo la bambina in nero continuò a correre all’inseguimento della bambina in bianco. Fino a quando non arrivò in una zona di bosco in cui gli alberi e gli arbusti erano meno radi, l’aria più pesante, mentre l’impalpabile pioggiorellina continuava a scendere dal cielo na

cannone infinito parte 1

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Ho un urto di vomito. - Dueanime c’è la polizia cazzo! Siamo fregati, fai sparire la tua roba! - Calmo Nino… È il mio amico poliziotto. - Chi? - Si come si chiama... È un mio amico, è passato anche l’altra sera quando non c’eri. È quello nuovo. Sembra un po’ tardone, ma è  tranquillo. - E tu gli fumi davanti così? - Si si tranquillo, adesso guarda quando arriva.Ciao vieni, vieni! Ecco il nostro protettore, avanti, avanti. - Buonasera. - Ciao carissimo, ti presento Nino l’altro guardiano qua con me, non c’era l’altra sera quando sei passato. - Piacere - Piacere, G. - Bene, io vado su a dormire, scusate è stato un piacere G. - Dai Nino che fai, resta su un po’ con noi, ogni sera vai a dormire che c’è ancora il sole, dai! - Ma quale sole sono le nove. La prossima volta. Di nuovo. - Buona sera, piacere mio. - Vieni G. siediti qua accanto a me. Allora che mi racconti? - Mah il solito sai, rischiavo di addormentarmi in macchina e allora so che anche tu sei qui sveglio tut

yin & yang parte 1

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Il bosco era umido, una pioggerellina sottile, ma inesorabile scendeva dal cielo grigio, l’odore di muschio e freddo entrava prepotentemente nei polmoni, le foglie degli alberi e dei cespugli erano di un verde intenso e brillante, e questo contribuiva a rendere l’ambientazione quasi confortevole, ma non abbastanza da far abbassare il ritmo delle pulsazioni del cuore. La solita ambientazione gotica capace di accarezzare senza farti sentire a tuo agio.   Il crepitio delle foglie cadute, quello dei rami a terra che venivano rotti appena li si calpestava ed il respiro affannato per la corsa dei tre bambini erano gli unici rumori che si potevano sentire anche a distanza di chilometri. Un po’ come se in quel bosco non ci fosse nessun altro. Pareva che i tre bambini fossero l’uno all’inseguimento dell’altro, come in un acchiapparello in tinte troppo scure per essere semplicemente un gioco da bambini. Una delle bambine era avanti, era vestita di bianco e senza scarpe, l’umi