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Visualizzazione dei post da novembre, 2018

odd parte 4

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precedentemente in odd  Sentendo quelle parole per Tessa fu come se quei dieci anni le fossero scesi addosso tutti insieme, come se fino a prima di sentirselo dire non se ne fosse resa conto, come se anche questa volta non aveva lasciato entrare l’odore delle emozioni nei suoi polmoni e fosse stata in apnea per tutto quel tempo. Anche se nella realtà, appena prese consapevolezza dei dieci anni, smise di respirare, contrasse i muscoli e serrò la mascella. Dan ormai conosceva la sua amica, e sapeva riconoscere, forse anche prima di lei, quando l’ansia inizia a vincere la partita di tiro alla fune che ormai va avanti da anni tra Tessa e l’ansia. - Tess, respira, non stai respirando - Si, lo sto facendo, se non lo stessi facendo non potrei parlarti - Tess, ci abbiamo provato, abbiamo cambiato città, regione, e siamo tornati, ma ovunque siamo andati e chiunque abbiamo finto di essere in questi dieci anni noi siamo rimasti sempre noi, il tuo corpo rimarrà lo stesso e su di esso r

carne, ossa e il caro vecchio Newton finale

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precedentemente in carne, ossa e il caro vecchio Newton Mise la freccia e lentamente imboccò il viale. Ecco vai li con la macchina che ci danno le chiavi. Sul fianco dell’edificio c’era un finestra illuminata, Nando gli si accostò con la macchina. Buona sera. Il receptionist non più giovane si alzò dalla sedia scricchiolante. Idromassaggio o palo? Come scusi? Vuole una camera con idromassaggio o una con il palo? Non saprei… Nando guardò Sonia smarrito. Sono 60 euro. Disse il portiere quando l’indecisione di Nando si fece insostenibile. Ecco camera 104, la migliore che abbiamo, deve proseguire dritto, è l’ultima sulla destra. Nando tirò fuori il portafogli dalla tasca ed estrasse due banconote da cinquanta. Ecco a lei. Grazie ecco il resto e buona serata. Prese le chiavi Nando rimise in moto. La ragazza si era fatta stranamente silenziosa. Allora in fondo a destra, a destra, adestraadestra cazzo come sto sudando! il cuore mi batte all’impazzata, ecco deve essere questa… Ec

odd parte 3

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precedentemente in odd Dan si era appena trasferito in quel nuovo appartamento e per Tessa era la prima volta che andava a trovarlo lì. Dan aveva deciso di aspettarla sotto ed entrare insieme, conosceva bene la repulsione della sua amica per gli ambienti nuovi e quanto stress, o forse sarebbe meglio dire ansia, le causavano queste situazioni. Incontrandosi sotto casa, avrebbero fatto il percorso insieme, e l’avere qualcosa, qualcuno di familiare, di amico accanto, di solito la aiutava a gestire l’ansia, o almeno ad evitare attacchi di panico. Gli attacchi di panico erano iniziati quando lei aveva quindici anni, e lui tredici, l’anno in cui Dan aveva scoperto che la sua più cara amica si tagliava le braccia quando si sentiva schiacciata dal mondo, lo stesso anno che decisero insieme che lei non avrebbe più preso in mano una lametta per tagliarsi, lo stesso anno in cui non potendo più sfogare il suo senso di oppressione e lasciarlo scorrere via insieme al sangue che scivol

carne, ossa e il caro vecchio Newton parte 2

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precedentemente in carne, ossa e il caro vecchio Newton La serata era piacevole. Tirava una dolce brezza che portava odori evocativi. Nando salì in macchina, parcheggiata al solito posto, accese l’autoradio e aspettò. Dall’altro lato della strada stava passando una giovane ragazza in minigonna. Bella, chissà dove va, la seguì con l’occhio per un po’ marcando stretto i fianchi che si alzavano e abbassavano. Su e giù su e giù. Quando svoltò l’angolo mise in moto. Le strade erano molto tranquille, c’era quasi una calma surreale, ora con la luna alta in cielo che proiettava la sua luce pallida su tutto, sembrava che tutto fosse sospeso in una specie di limbo fuori dal tempo. Staranno tutti cenando ancora, allora dove vado, dove vado, bè per la campagna per cominciare, bella questa canzone. Percorse qualche chilometro tra le campagne e già non si ricordava come mai avesse voluto andare li. Era buio. I campi ai lati della strada erano delle macchie nere, come delle porte dimensional

odd parte 2

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precedentemente in odd Entrò nel vagone, era senza aria condizionata. Decise di sedersi al sedile vicino alla porta, almeno così ad ogni fermata le sarebbe arrivata una zaffata di aria, non fresca, ma pur sempre aria.  Il treno stava arrivando alla stazione successiva e i freni erano entrati in azione, il rumore di ferro che stride copriva anche la voce dell’altoparlante che annunciava la nuova fermata. Se non fosse stata per la vibrazione non avrebbe sentito il telefono squillare. Appena vide il nome, decise di rispondere anche se fino a che il treno non di fosse fermano non sarebbe riuscita a sentire la voce che proveniva dall’altro lato. Lo fece solo per non perdere la chiamata, anche perché Dan chiama solo se è una vera emergenza. Sentiva che dall’altra parte proveniva una voce, ma non riusciva a distinguere una sola parola, se non avesse letto il nome, non avrebbe neanche capito chi fosse a chiamarla. Finalmente il treno si fermò e quel rumore infernale cessò. - Te

carne, ossa e il caro vecchio Newton parte 1

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Che cazzo adesso anche l’ultimo arrivato pretende!   Pensava Nando Straccialano al suo rientro dal lavoro. Buttò il mozzicone della sigaretta e cercò nella tasca dei pantaloni le chiavi del portone.   Il fatto l’aveva messo di cattivo umore e, nonostante la fame, una volta in casa si buttò sul divano e si accese un’altra sigaretta.   Io quando ero nuovo mica mi mettevo a guardare i più anziani e dire se lui lo fa lo faccio anch’io , se lui non lo fa perché devo farlo anch’io? Cazzo un po’ di rispetto! Sono diritti che si acquisiscono col tempo... Cazzo è lì da tre giorni e già rompe le palle!   E fu nel mezzo di questi pensieri che qualcuno citofonò.   Nando si alzò faticosamente con la testa che gli pulsava e si diresse al citofono. Si? Ciao sono io, rispose una voce squillante. Sì ciao, vieni su. Nando apri il portone all’amico. Permesso, disse P. entrando.   Allora come va? Come mai da queste parti? Intanto P. si era accasciato su una sedia del tavolo e si mise a

odd parte 1

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Mare mosso. Cosa è successo ai bitcoin? Mi imposto questo file. Ciao! Sì, mi sa di sì! 64? 63! 4,47$. Ecco il resto. Per chi è il brownies al limone? Per ora vado avanti con quello…. Per me un cappuccino, grazie Le era sempre piaciuto ascoltare il chiacchierio di sottofondo, cercare di entrare nelle conversazioni degli altri, cercando di capire quale fosse l’argomento. Ma a chi non diverte, forse a chi non ha un briciolo di curiosità . O.C.D. Sto progetto ha fatto un giro assurdo! Hanno cambiato il logo. La schiuma del caffè macchiato si stava asciugando sul bordo della tazzina, aveva l’aspetto di una di quelle pietre che assomigliano a spugne, un po’ come quella che aveva trovato una volta in riva al mare. L’aveva raccolta, lavata per bene, portata a casa ed infine era diventato il suo nuovo fermacarte. Una pietra gialla iniziava così una nuova vita. Chi sa come deve essere la vita di un fermacarte, meglio o peggio di una vita di una pietra in

cannone infinito finale

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precedentemente in cannone infinito Attraverso l’uscio puntando dritto verso il bancone incurante della gente che smette di giocare a carte e mi guarda con faccia sospettosa e un po’ meravigliata. Guardando quello strano individuo sceso dalla volante della polizia che gli regalerà qualcosa con cui distrarsi e di cui parlare per il resto della sera, io aspetto il gestore che sta versando un aperitivo per un operaio che aspettava al bancone. Una volta fatto mi guarda senza dire nulla, in attesa del mio ordine. “un pacchetto di Fortuna”, gli dico con tutta la sicurezza di cui sono capace, guardandomi da fuori sono proprio fiero di me. “Quando gli volete blu o rosso?” dice l’uomo. Ma cos'è straniero, non mi sembra, come cazzo parla? “Come? Blu” dico io, un po’ meno certo di me stesso. “Altri? Facendo 3 e 40”. “Cosa…? Non capisco” gli dico io ormai profondamente turbato. “Lo signore te dicesse quindi pagato 3 e 40 come non capiranno?” dice l’operaio che sta bevendo il suo ape