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like a virgin finale

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precedentemente in like a virgin Il tempo cambiò, non era più caldo, non erano più gli anni dei colori accesi, delle giacche oversize, dei fuseaux e il volume dei decibel dei capelli si era decisamente abbassato. Erano gli anni dei pantaloni militari, dei braccialetti a profusione, delle cinture borchiate e delle t-shirt bicolori. Erano gli anni dei choker, quegli orribili girocollo di plastica che uscivano con Cioè, dei jeans a vita bassa, della testa mezza rasata, dei capelli verdi e azzurri, delle minigonne a pieghe e delle Converse colorate. Erano gli anni dei look alternativi, la parola d’ordine era osare. All’epoca ancora nessuno sapeva, né tanto meno poteva immaginare come le nuove tendenze avrebbero sconvolto la moda. Era un freddo giorno d’autunno, lei era nella sua stanza con le cuffie alle orecchie sognando di andare via, il più presto possibile da quella città, da quella stanza. Gli occhi scorrevano le parole del libro, ma senza riuscire a superare la barriera

like a virgin parte 2

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precedentemente in like a virgin Nessuno si sarebbe mai aspettato proprio lei, ma arrivò. Lui non c’era quando lei arrivò, fu l’ultimo a vederla. Come se entrambi avessero avuto il bisogno di prepararsi a lungo per quell’incontro, quell’incontro che solo uno dei due ricorderà, quell’incontro a cui solo uno dei due potrà ripensare a distanza di anni. Per anni nei ricordi fu rievocato quel momento, tante di quelle volte da divenire un falso ricordo. Senza volerlo qualcosa fu distorto o fu perso. I falsi ricordi non sono ricordi autentici, possono essere inventati, o possono derivare da ricordi reali, o possono crearsi da memorie differenti ricombinate insieme. I falsi ricordi sono manipolati. Forse anche altri fatti furono manipolati. Adesso mi chiedo se qualcuno fu colpevole di questa manipolazione. Non so, ma ricordo vidi un’eclissi. Qualcosa venne meno. Forse tutto questo non fu voluto, ancora oggi non vedo nessuna ragione per cui avrebbero dovuto volere che le cose

like a virgin parte 1

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La storia iniziò quando ancora la moda era caratterizzata da stravaganti abbinamenti e colori accesi, gli anni in cui le note di Like a virgin, incise su nastro, uscivano dagli altoparlanti degli stereo, le giacche erano oversize e munite di grosse spalline, come se l'appendino fosse stato dimenticato dentro. Erano gli anni in cui, quelli che oggi chiamiamo leggins erano chiamati alla francese fuseaux e avevano una linguetta da mettere sotto al piede. Erano gli anni dei Ray-Ban a goccia, degli ombretti verdi e azzurri e, il volume dei capelli, beh era decisamente oltre il livello di decibel consentito. Erano gli anni dei look eccentrici ed estremi, la parola d’ordine era osare. All’epoca ancora nessuno sapeva, né tanto meno poteva immaginare come le nuove tendenze avrebbero sconvolto la moda. Era un caldo giorno di giugno, lui era seduto su una sdraio da mare, di quella con la trama a righe bianche e rosse, un po’ per colpa del sole, un po’ per colpa del sudore, il bianco