like a virgin parte 2

Nessuno si sarebbe mai aspettato proprio lei, ma arrivò.
Lui non c’era quando lei arrivò, fu l’ultimo a vederla. Come se entrambi avessero avuto il bisogno di prepararsi a lungo per quell’incontro, quell’incontro che solo uno dei due ricorderà, quell’incontro a cui solo uno dei due potrà ripensare a distanza di anni.
Per anni nei ricordi fu rievocato quel momento, tante di quelle volte da divenire un falso ricordo. Senza volerlo qualcosa fu distorto o fu perso. I falsi ricordi non sono ricordi autentici, possono essere inventati, o possono derivare da ricordi reali, o possono crearsi da memorie differenti ricombinate insieme.
I falsi ricordi sono manipolati.
Forse anche altri fatti furono manipolati.
Adesso mi chiedo se qualcuno fu colpevole di questa manipolazione.
Non so, ma ricordo vidi un’eclissi.
Qualcosa venne meno.
Forse tutto questo non fu voluto, ancora oggi non vedo nessuna ragione per cui avrebbero dovuto volere che le cose andassero così. Cosa scatti nella mente delle persone in certi contesti non si sa. Forse la sorpresa del suo arrivo sconvolse più del silenzio che fu raccontato, forse ci fu dell’altro, un pezzo di storia omesso dai racconti, e che non fece mai parte dei ricordi. Forse fu taciuto per difenderla, era piccola, e guardando gli altri lo sembrava ancora di più. Ancora nessuno però sapeva che quella piccola sarebbe stata l’erede del caos fino a quando un ricordo, questa volta reale, fu scolpito definitivamente nel piccolo pezzo di pongo.
I ricordi sono un po’ come il pogno, se li manipoli troppo perderai per sempre la forma precedente, al più potrai avere qualcosa di simile, ma la versione originale sarà andata persa per sempre. E se aveste confrontato la descrizione di quel pezzo di pogno, scritta in quel caldo giorno di giugno, con quello che osservaste in quel giorno d’autunno, sicuramente non l’avreste mai riconosciuto.
Ve lo assicuro.
I giorni passarono, gli anni si accumularono e il tempo cambiò.
Era tempo di lasciare quella grande città, cassaforte di un’utopia, per tornare in quella piccola città che senza volerlo assunse il ruolo del mostro nei sogni dei bambini. Come tutti i mostri fino a che non si trova la forza di accendere la luce, o ancora meglio la forza di guardare in quella direzione, il mostro continuerà a crescere e a diventare forte. Per annientare il mostro bisogna aprire gli occhi, accendere la luce e guardare nella direzione di quell’essere amorfo. Per annientare il mostro bisogna salire sulla montagna, arrivare in cima, e guardare a destra, e capire che non c’è nulla. Non c’è mai stato nulla. Solo un incommensurabile vuoto. I mostri di solito sono molto simili a noi, forse hanno quelle caratteristiche che ci fanno paura di noi stessi. Per loro sfortuna erano più simili al mostro di quanto avrebbero mai accettato.

[...] La matematica è la disciplina che studia le quantità, i numeri, lo spazio, le strutture e i calcoli. [...] La matematica fa largo uso degli strumenti della logica e sviluppa le proprie conoscenze nel quadro di sistemi ipotetico-deduttivi che, a partire da definizioni rigorose e da assiomi riguardanti proprietà degli oggetti definiti, raggiunge nuove certezze, per mezzo delle dimostrazioni, attorno a proprietà meno intuitive degli oggetti stessi. [...]
La potenza e la generalità dei risultati della matematica le ha reso l'appellativo di regina delle scienze: ogni disciplina scientifica o tecnica, dalla fisica all'ingegneria, dall'economia all'informatica, fa largo uso degli strumenti di analisi, di calcolo e di modellizzazione offerti dalla matematica. [...]
Molti oggetti matematici, come gli insiemi di numeri e funzioni, mostrano la loro struttura interna e coerente. [...]

Nella vita reale anche ciò a cui viene data una struttura, una logica, delle definizioni può essere soggetto a varianti, a strutture anomale che portano a nuove definizioni e a incoerenze.
Non è facile dirlo oggi, il pongo è stato rimodellato troppe volte.

Nella vita reale anche ciò a cui viene data una struttura, una logica, delle definizioni può essere soggetto a varianti, a strutture anomale che portano a nuove definizioni e a incoerenze.
Non è facile dirlo oggi, il pongo è stato rimodellato troppe volte.
Forse lui capì che doveva assumere un altro ruolo, forse gli venne naturale, o forse lui non fece nulla. Forse fu lei che per salvarsi, rimodellò per un’ennesima volta quel piccolo pezzo di pongo in suo possesso. Le storie della pasta di stelle non servivano, non era d’aiuto. Sicuramente le piacevano, ma non aiutavano, e neanche i sogni preconfezionati potevano rimpiazzare ciò che mancava.
È disarmante quanta imprevedibilità ci sia in un pezzo di pongo, ognuno può essere in possesso di una parte dello stesso pezzo, ma ottenere modellini completamente differenti. Furono anni in cui lui non ci fu molto, e lei fu costretta a compensare con il suo piccolo organo vitale e pompare sangue anche per i cuori vuoti che la circondavano.
Fu così che in quegli anni lei imparò a custodire i segreti, e in un lasso di tempo della durata di un battito di cuore, che lei divenne come lui.
Stesso sguardo, stesso fiuto.

like a virgin continua...

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