kabuki parte 1

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“esistono forse delle fluttuazioni nel mercato del sesso, della pornografia 
o della prostituzione, direttamente collegate alle quotazioni
della borsa  valori, di cui noi, gente perbene, non siamo al corrente?”
L’arcobaleno della gravità -Thomas Pynchon



Luisa scendeva la scale con calma. Il piccolo Jason le diceva di sbrigarsi che avrebbero fatto tardi. Jason saltellava sulle scale strattonando la mamma che lo teneva per mano. Luisa la mattina presto era sempre un po’ spenta. Solo una volta per strada riuscì a tenere un ritmo sostenuto. Arrivarono a scuola con i soliti cinque minuti di ritardo. Buongiorno Signora Luisa, ciao Jason, sbrigatevi! Disse la bidella, sorridente. Buongiorno Agnese, siamo ancora in ritardo! Disse Luisa, ricambiando il sorriso con uno imbarazzato. Salirono i gradini di corsa e si avviarono a passo spedito verso la classe, davanti alla porta la figura severa della maestra Patrizia li guardava. Ciao Jason entra, disse con tono asciutto. Mi raccomando signora Melluso, puntualità. Disse rivolta a Luisa in tono acido. Si mi scusi ho fatto una corsa tremenda. Disse Luisa, farfugliando un po’, ma la maestra stava dando retta a un bambino che le chiedeva se poteva andare in bagno. Buongiorno disse a Luisa ed entrò in classe.
Dopo una breve passeggiata al mercato dove incontrò la vecchia Maria Grazia, con la quale scambiò due parole, Luisa tornò a casa. Il marito dormiva ancora. Si mise a cucinare cercando di non fare molto casino. Marcello era un po’ depresso ultimamente, da quando aveva perso il lavoro. Nei primi mesi di disoccupazione si era attivato alla ricerca di lavoro, ma piano, piano subentrò la rassegnazione. Ormai si svegliava verso le undici e stava davanti alla tv per tutto il pomeriggio.
Luisa accese a volume basso la televisione. Mentre cucinava seguiva il telegiornale, sentiva poco ma quel poco che capiva la faceva imprecare tra sé.

Dopo aver mangiato in piedi in cucina si preparò per il lavoro. Camicetta bianca con scollatura ben in vista e minigonna, si tirò su i capelli mori in una professionale coda di cavallo, si truccò leggermente e si ritoccò le sopracciglia già finissime. Salutò il marito che mangiava davanti alla tv e si incamminò verso il lavoro. Era una passeggiata di dieci minuti. Passando in mezzo alla folla di liceali che uscivano dalla scuola poco distante da casa, squadrò le ragazze. Erano quasi tutte truccate e vestite alla moda: provocanti e inconsapevoli. Pantaloni aderenti che risaltavano cosce e glutei, scollature e decolleté in bella vista, maglie trasparenti sopra reggiseni colorati, pantaloncini corti modello mutanda. Passando davanti al Bar Giggia notò, come ogni giorno, che gli uomini seduti sui tavolini esterni la notavano a malapena, erano tutti concentrati sulle ragazze.
Dopo pochi minuti era arrivata allo studio. Lavorava quattro ore al giorno dalle 15.00 alle 19.00.
Lo studio legale Margotta e associati, era situato al secondo piano di un’elegante palazzina anni Trenta. Luisa lavorava lì ormai da un paio d’anni e da quando il marito aveva perso il lavoro quella era la loro unica entrata. Purtroppo il Dott. Margotta si era rifiutato di assumerla a tempo pieno. Oltre a farle fare lavoro di segretariato il titolare le chiedeva anche di pulire lo studio un paio di volte la settimana.
Arrivata in ufficio, Luisa si trovò subito molto indaffarata come sempre, l’Avvocato le aveva lasciato tutte le pratiche sulla scrivania, coperte di post-it con annotazioni, memorandum e cazziatoni. Soprattutto gli ultimi. Fortunatamente faccia a faccia era sempre gentile, ma nei sui post-it era spesso offensivo e volgare. Dopo molte pratiche e molte telefonate, arrivò il Dott. Margotta accompagnato da Chiara, la figlia universitaria. Anche Chiara era sempre gentile anche se dava sempre l’impressione di non accorgersi della presenza di Luisa, insomma avevano scambiato poche parole da quando la conosceva. Quel giorno la salutarono tutti e due molto sbrigativamente, erano impegnati in una discussione che riguardava l’università, come al solito, ultimamente. Il papà insisteva per farle fare il tirocinio nello studio di Ciarelli, suo amico e collega, dopo la laurea mentre Chiara voleva proseguire gli studi all'estero, magari in Francia ma preferibilmente in Inghilterra. Il papà cercava di convincerla che non era un problema di costi voleva solo farla cominciare a praticare il prima possibile. Non aveva bisogno di altri titoli per diventare socia di qualche studio. A quanto pare la madre, Giovanna Dorino titolare di uno studio di traduzioni, era d’accordo con la figlia. Fortuna che almeno lei passava poco allo studio, lei e Luisa non si erano mai piaciute a vicenda. Luisa si sentiva sempre guardata dall'alto.
Dopo che la figlia se n’era andata, l’avvocato si attaccò al telefono, la notizia del momento erano gli scandali del presidente del consiglio, e Margotta, che era un sostenitore del premier e in odore di qualche carica minore nel partito, era molto preoccupato di non riuscire ad emergere nel marasma generale. Cercava di parlare con tutti i suoi contatti dentro al partito per essere ricordato al momento del rimpasto interno che ormai sembrava inevitabile. Luisa lo sentiva elencare i propri presunti meriti e fingersi preoccupato attraverso la porta dell’ufficio aperta. Il premier era ancora potente, nessuno aveva interesse ad abbandonare la nave. Non ancora, almeno. Mentre andava avanti col suo lavoro scuotendo la testa, un sorriso amaro le si stampò in faccia.
Dopo l’ufficio, Luisa ritornò direttamente a casa dove il marito stava preparando la cena, lei si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia, Jason giocava davanti alla televisione. Hai fatto i compiti? Rivolta a Jason, e subito, ha fatto i compiti? Chiese rivolta al marito che annuì. Cenarono poco dopo parlando del più e del meno, soprattutto della giornata di Jason a scuola.
Dopo cena guardarono tutti insieme la tv per un po’, poi Jason e Marcello andarono a dormire. Marcello dormiva veramente tanto, Luisa lo lasciava tranquillo. Dopo aver lavato i piatti e rassettato la un po’ la sala, Luisa accese il computer, si calò una pastiglia con un po’ di vino, e si mise a navigare un po’ tra notizie e blog. Questo era il suo momento. Si sentiva carica ed elettrizzata.
Su un blog che parlava dei rapporti tra il noto giornalista Fabiano Ferrari ed il premier Giovanni Giacomo Giacomelli, scrisse il suo primo commento della serata:

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