sapore di scoperta e odore di fumo parte 1

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“Ora è tutto finito.
Lo speaker di diffusione musicale è stato spento, le scoperte sono finite, l’ultima nuvola di fumo è scomparsa via, le strade sono vuote e le sere non iniziano più con quell’amaro pieno di amore.
Quando ti fermi, anche se sarebbe meglio dire quando ti fanno fermare, quando i ricordi ti portano a pensare a quello che era, a quello che c’era, alle strade affollate, alle serate interminabili, al sapore della scoperta, all’odore di fumo e alle canzoni, sempre le stesse, ma ogni volta erano in grado di scavare sempre più in fondo, sempre più dentro, così ogni volta un po’ più luce ti riscaldava l’anima.
E quel calore lo sentivi, quel tepore ti faceva stare bene come quando sei in uno di quegli abbracci che ti fanno mancare il respiro… e ora, ora la musica è stata spenta, le scoperte sono finite, l’ultima nuvola di fumo è scomparsa via, le strade sono vuote e le serate neanche iniziano più.”

Aura era appena rientrata dal pranzo, nonostante stesse ancora masticando l’ultimo boccone del sandwich si dirigeva spedita verso l’oculusteca, sapeva che doveva passare a tutti i costi quel test con buoni voti per ricevere la borsa di studio e andare a studiare per cinque mesi sul pianeta-scuola Diploda.
Era sempre stato il suo sogno, fin dai primi anni di scuola, riuscire a vincere una borsa di studio per quel pianeta-scuola. Tutti i migliori, tutti quelli che erano riusciti ad affermarsi nella vita antropologica intergalattica erano passati di lì almeno per un periodo di tre mesi diplodi.
Il pianeta Diploda percorreva un’orbita molto grande, per cui un mese lì era un anno sul pianeta di Aura, per non parlare del fatto che era uno dei pianeta-scuola con il miglior ateneo per lo studio di antropologia intergalattica.
Sin da quando era piccola, Aura era sempre stata attratta dalle antiche civiltà che si erano susseguite nei pianeti vicini e lontani. I suoi database di memoria erano stracolmi di file relativi all’analisi delle antiche popolazioni, erano i suoi metadati preferiti, spesso, quando si sentiva annoiata si trovava a esaminarli e scoprire nuovi collegamenti. All’età di dieci anni aveva anche iniziato a condividere i suoi dati con altri amanti dell’antropologia intergalattica e grazie a questa condivisione di informazioni era arrivata a conoscere il pianeta-scuola Diploda. Ne fu attratta sin da subito, ed ecco perché ora che aveva l’occasione di andarci per cinque mesi diplodi voleva impegnarsi al massimo, per lei era una grande occasione, e di certo non se la sarebbe fatta scappare.

Aura si era addirittura informata sulle procedure e i costi da sostenere per farsi impiantare una porzione di memoria aggiuntiva direttamente al suo cervello, senza dover accedere ogni volta al suo database personale, ma ben presto aveva capito che le sarebbe costato un sacrificio economico non da poco, che né la sua famiglia, né tantomeno lei avrebbero mai potuto pagare. Restava per lei solo la vecchia maniera di studio, l’impianto delle informazioni tramite un oculus-NW927Y7, fondamentalmente era necessario indossare gli oculus e questi, tramite onde, imprimevano nel suo cervello quello che lei vedeva e sentiva dagli oculus. L’intero processo usava un algoritmo con un tasso di campionamento molto alto, al fine di ridurre notevolmente il peso delle informazioni, così da poterne installare una maggiore quantità, ma al tempo stesso non risentiva dell’elevata perdita di informazioni, dato che ricorreva ad una tecnica predittiva basata su un’analisi che in fase di lettura e visione del file identificava dei pattern, e successivamente, creava dei modelli predittivi su di essi, così da non dover impiantare tutte le informazioni.

L’oculusteca era ancora abbastanza vuota, molti ancora non erano rientrati dal pranzo, cosicchè Aura si scelse il posto che secondo lei era il più adatto per l’assorbimento delle onde degli oculus-NW927Y7. La postazione era nella sezione 8347347 ala est terzo piano posto 0834AQW.
Il suo posto preferito, un cubicolo di pochi metri quadrati, gli studenti più grossi facevano fatica ad entrarci, ma lei, essendo minuta lo trovava il posto più comodo di tutto l’edificio.
Per avere l’accesso alla piccola stanza, Aura doveva scannerizzare il cip impiantato sotto il polpastrello del mignolo della mano destra.

sapore di scoperta e odore di fumo continua...

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