lucifero stronzo incompreso parte 2



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ATTO DUE

Lamarcus aveva appena finito il suo spettacolo e il pubblico, dopo un paio di secondi di assoluto silenzio, aveva preso a parlare e a dileguarsi verso il bar del locale. Wattman invece si avviò verso il backstage, era riuscito a chiedere un appuntamento all’agente di Lamarcus, tale Timothy Atkinson, che promise che avrebbe potuto parlargli dopo lo show.
Il backstage era composto da due stanzini. Wattman entrò in quello con la porta aperta, un divanetto, un tavolo e un armadio a muro erano gli unici pezzi d’arredamento.
Lamarcus non era lì e anche l’agente non c’era, Wattman aspettò qualche minuto in piedi a guardare le crepe sulle pareti. Cominciava a temere che nessuno si sarebbe presentato. Si guardò intorno, sul tavolino c’erano una bottiglietta d’acqua e un asciugamano, sul divano invece, una giacca di pelle, una rivista e un quaderno. Sfogliò il quaderno e si soffermò su una pagina a caso:

Questo è stato il secondo incontro. Questa volta sento che te ne devo parlare, è una cosa così assurda e allo stesso tempo così grande che non riesco a tenerla per me.
Sento il bisogno di raccontarti il mio secondo incontro con Dio.
So che la cosa può sembrare assurda e poco credibile e non so neanche se neppure io ci credo o meno. In effetti cerco di non chiedermelo nemmeno se credo a ciò che mi è capitato, voglio solo riportarti i fatti di questa curiosa vicenda.
Come ho già detto questo è stato il secondo incontro e la cosa mi ha turbato e scombussolato a tal punto che sento il bisogno di parlarne, in questo caso scriverne, magari può aiutarmi a schiarire le idee.
A essere precisi Dio non ha parlato con noi di persona ma attraverso il suo tramite.

All’improvviso l’armadio si spalancò e schizzò fuori Lamarcus, che chiese:
“cosa fai?”
“cristo santo! Mi hai fatto venire un colpo!” rispose Wattman che era saltato dallo spavento, perdendo di mano il diario. ”che diavolo facevi lì dentro?”
Lamarcus che ormai non sembrava più interessato ad avere una risposta si buttò sul divano e si accese una sigaretta. Wattaman ancora tremante si sedette su una sedia, si  tolse gli occhiali e se li strofinò con la camicia. Era seccato, gli sarebbe piaciuto leggere qualcosa in più del diario.
“tu sei lo scrittore, vero?” chiese Lamarcus sbuffando fumo tutto intorno a sé.
“si sono Wattman” rispose l’uomo cercando di rallentare il battito del suo cuore, tirò a se una sedia e si sedette, un po’ lontano da Lamarcus, in caso fosse ancora in vena di follie. “che cos’è, sono le tue memorie?” chiese Wattman, appena accomodato, indicando il diario. “come? Hai curiosato già in giro eh?” rispose Lamarcus, che si alzò prese il diario e con l’accendino tentò di dargli fuoco, con poco successo tuttavia. “non devi farlo, se ti dà fastidio non curioserò più tra le tue cose, tranquillo.” disse lo scrittore. “L’ho letto il tuo libro, lo sai? Spazzatura commerciale, se ci tieni a saperlo.” Poi sbuffò una grossa nube di fumo. “ sì, probabilmente è così, ma sai è quello che la gente vuole, non immagini quanti pazzoidi si sono immedesimati nel mio protagonista e pensino di essere l’anticristo.” “ e tu credi che io sia uno di loro, non è così?” chiese Lamarcus sornione.
“no, penso di non crederlo più. Dopo che ho visto il tuo… show, non so più cosa pensare.” Ammise Wattman. “mi piacerebbe sapere un po’ di più di te, insomma quando è cominciato tutto questo?”
Lamarcus si alzò dal divano, si grattò le chiappe vigorosamente e poi sospirò “ormai non è più importante cosa facevo prima e chi credevo di essere, vuoi sapere che studiavo fisica all’università, che avevo tre fratelli, e che per campare servivo ai tavoli la sera? Beh tutto quello ormai non ha più importanza, potevo essere chiunque ma ormai non importa più, in realtà non era mai stato importante era solo una via come un'altra per arrivare qui dove sono oggi. Quello che importa è quello che devo fare. Ma poi forse pure quello non importa molto.” Si era risieduto sul divano, uno sguardo serafico gli addolciva i lineamenti. “senti facciamo così: seguimi un po’ in questo tour, passa con me un po’ di tempo, se vuoi. Puoi scrivere tutto quello che ti pare su quello che vedrai, potrai essere il mio narratore ufficiale. Così sarai testimone delle cose che verranno.” Disse Lamarcus dopo un attimo di silenzio.
Wattman sorrise pensieroso e disse “va bene, ti seguirò per un po’, magari.”

Pazzo e megalomane erano le prime definizioni che potevano venire in mente, davanti a un autoproclamato anticristo. In effetti col tempo Wattman si convinse che Lamarcus era comunque un po’ pazzo, non perché non fosse davvero l’anticristo, anzi cominciava a pensare che se non era proprio l’anticristo qualcosa di sovrannaturale aveva comunque. Ed era proprio quello che a suo parere l’aveva fatto uscire di testa, del resto se sai o credi, di essere l’anticristo la cosa qualche effetto sulla tua psiche l’avrà. Megalomane lo era sicuramente, era un requisito in qualche modo essenziale per la parte.
Sul palco era formidabile. In tutti gli show attraverso gli States a cui Wattman aveva partecipato, Lamarcus era stato strepitoso, le guarigioni erano la parte forse meno avvincente. E anche quella  veniva messa in dubbio dagli scettici. La stampa si era interessata alla cosa, ma forse solo in modo tardivo. Dopo due mesi di tournée erano nati numerosi gruppi di seguaci. Gruppi di preghiera per la salvezza di Satana si incontravano nelle case di volontari (nessuna chiesa poteva chiaramente appoggiare l’iniziativa). Prega per l’Avversario, Ama il tuo nemico e altri slogan simili diventarono subito popolari e sembravano affascinare soprattutto credenti, piuttosto che satanisti. Si passò presto da piccoli locali a palazzetti dello sport gremiti.
Quello che più interessava Wattman tuttavia era il lato quotidiano di Lamarcus. La maggior parte del tempo Lamarcus non si faceva vedere. Durante i trasferimenti voleva guidare lui il suo furgone, durante i pasti si sedeva in disparte, una volta disse che se passava qualcosa da mangiare a qualcuno quello moriva avvelenato, ma Wattman sospettava fosse una scusa per non mangiare in compagnia. Poche volte Wattman ebbe modo di parlare faccia a faccia con Lamarcus e sempre di cose futili. Non ebbe mai il modo di penetrare quel muro invisibile che separava Lamarcus da tutti gli altri. Anche il suo seguito fisso, l’agente e qualche assistente erano restii a lasciarsi andare a confidenze, sembravano interessati solo al fine che si erano proposti.
La tournée si avvicinava al suo gran finale. Lamarcus sosteneva che l’ultimo atto sarebbe stato Lucifero in persona. Avrebbe convocato Satana in un rituale e avrebbe fatto chiedere pietà al Signore al Diavolo in persona. Ambizioso il ragazzo. Ma le cose, come sempre, andarono a modo loro.

lucifero stronzo incompreso continua...

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