rivoluzione automatizzata parte 1


racconti storie arrugginite


Gianni venne svegliato dal ronzio di Vilma, che secondo programmazione, si era avviata per aspirare la polvere dal salotto. Nonostante fosso Sabato mattina, Gianni l’aveva impostata a quell’ora indecente la sera prima, desiderava che cominciasse presto a pulire per far trovare la casa decente per l’arrivo della mamma.
Certo lui avrebbe potuto pure dormire almeno un’altra ora ma l’imminente visita lo metteva in agitazione.
Dieci minuti di coma, pipì, lavaggio denti e spazzolata. Gianni si avviò verso il salotto che Vilma aveva finito di aspirare, con il suo andamento meccanico particolarmente goffo si stava dirigendo verso la piccola cucina. Sembrava un incrocio tra Wall-e, Numero 5 di Corto circuito e un Dalek.
Vilma era un Human-o-matic 8800 della Cazio, Gianni l’aveva presa in saldo qualche mese prima da Multieuro. Come molte altre mode effimere il robot casalingo era la moda dell’anno precedente, quando dopo 2 anni dal suo lancio, il suo prezzo scese drasticamente per colpa della crisi e diventò abbordabile per la piccola borghesia. Ovvio che la sua enorme popolarità tardiva lo rese odioso agli occhi dei ceti più facoltosi, che ormai presero a considerarlo come nuovo simbolo delle fasce più grezze della società, e tornarono a rivalutare la vecchia badante in carne ed ossa che solo loro, ormai, potevano permettersi.
Le grandi capacità di apprendimento della macchina la rendevano un oggetto molto funzionale in casa. Connettendosi tramite una console stile playstation, si poteva insegnare al robot qualsiasi tipo di attività domestica. Sullo schermo del proprio pc si poteva vedere attraverso gli occhi del robot e tramite console lo si poteva guidare come nel migliore sparatutto, dopo che avevi guidato il tuo bolide al rifacimento del tuo letto la prima volta, il suo software registrava le azioni compiute e riusciva a replicarle di lì in avanti in totale autonomia. La sua anatomia antropomorfa lo rendeva adatto a compiere i mestieri che offriva la migliore delle donne delle pulizie extracomunitarie.
Ormai ogni multinazionale dell’elettronica che si rispettasse aveva lanciato la sua versione dell’Human-o-matic ma quello della Cazio rimaneva inspiegabilmente il più trendy ed ambito, forse per via del fatto che era il più dispendioso. Infatti nonostante ogni marca avesse chiamato il suo in modo diverso nella mente collettiva ci si riferiva a tutti semplicemente come “umanomatic”, che presto a sua volta si è evoluto nel più breve ma inquietante “umano” .
Gianni si poté concedere il suo Human-o-matic grazie ad un’agevolissimo finanziamento al 13% di Tan e Taeg al 7%, all’epoca stava cercando di fare colpo su una ragazza da sballo e per non fare la figura dello straccione comprò Vilma proprio in occasione del primo invito a casa. Con la ragazza poi andò male ma l’investimento diede i suoi frutti, visto che la casa si è sempre presentata in modo più che accettabile di lì in avanti.
Certo la rata del finanziamento, ora che Gianni si ritrovava disoccupato da circa 2 mesi, pesava come un macigno sul suo bilancio economico.
Dopo aver bevuto il suo solito caffè con un paio di biscotti che non sapevano di nulla, Gianni si posizionò sulla sua postazione preferita, il pc.
Rapido sguardo alle notizie della mattinata su i siti dei suoi tre giornali di riferimento, notizie sportive, e poi partiva con il lavoro serio: mail e social networks ed infine il blog. Qui il rischio di perdersi per tutta la mattinata era grosso, quindi Gianni decise di mettersi l’allarme dieci minuti prima dell’arrivo della mamma, tempo di vestirsi e pettinarsi (la mamma di solito è puntuale) e non aveva voglia di presentarsi con aria sfatta, la mamma tendeva ad essere apprensiva.
Veloce lettura di e-mails per la maggior parte spam o che semplicemente riferivano a richieste, messaggi eccetera arrivati sui social, seguita da furiosa navigazione con vento in poppa tra i vari account sulle più svariate piattaforme. Gianni si era iscritto a qualsiasi social network gli fosse capitato sottomano. Alla fine i vari account diventavano l’uno la copia dell’altro e pure le amicizie erano quasi le stesse, ma con piccole differenze e questo costringeva Gianni a tenerli tutti aggiornati come richiedeva la netiquette. Abbandonare un account a se stesso sarebbe stata un’onta che non avrebbe potuto sopportare.
E poi ormai il cuore pulsante della rete era qui, sui socials, tutto il resto era di poco conto, tutte le vere notizie, tutti i veri avvenimenti, tutto ciò che valeva la pena sapere era qui, essere assenti o presentarsi male era un peccato capitale, almeno secondo Gianni.
Con la crisi economica poi il popolo del web 2.0 si era sempre più sentito in dovere di informarsi, sostenersi e farsi coraggio a vicenda e soprattutto di criticare a più non posso qualsiasi istituzione che potesse rientrare tra i colpevoli della spiacevole situazione.
Fiumi di bit si riversavano vorticosamente ogni minuto per denunciare, insultare, discutere, pontificare e ogni tanto proporre qualche soluzione.
Certo ognuno aveva la sua opinione insindacabile sull’origine dei mali della società contemporanea ma poi un po’ tutti facevano fatica a proporre soluzioni che non fossero alquanto vaghe ed utopiche.
Le notizie, come al solito ultimamente, non erano delle migliori. L’economia non sembrava dare segni di vita ed i governi di tutto il mondo manifestavano una languida impotenza a proporre qualsiasi forma di rimedio, le uniche dichiarazioni ufficiali ormai sembravano essere le previsioni sulla ormai insperata fine della crisi. Ogni giorno spuntava una dichiarazione di qualche funzionario o capo di qualcosa che allontanava sempre di più la data presunta della agognata ripresa economica.
Oltre alla manifesta inettitudine della stragrande maggioranza della classe politica mondiale, non si riusciva a proporre nessuna ricetta efficace che non prevedesse la cancellazione dello status quo moderno. Ideologi, economisti e tutta l’intellighenzia degli stati più economicamente avanzati, si era trovata in grave difficoltà. La struttura finanziaria globale era entrata in un veicolo cieco, dove l’unica soluzione sembra essere ctrl-alt-canc.
Ovviamente nessuno che non volesse essere additato come un paria lo diceva a voce alta.
Fatto sta che ormai il livello di sopportazione della stragrande maggioranza della popolazione era pericolosamente oltre il livello di guardia.
Incontrollate voci cospirazionistiche sostenevano che l’occulto governo mondiale di stampo finanziario-economico, sguazzava nella crisi che avrebbe causato di proposito, per qualche contorto motivo. I governi nazionali altro non erano che servi al cospetto di queste grigie eminenze, qualsiasi fosse il loro schieramento politico. La rivoluzione era l’unica via.
Più peggioravano le condizioni di vita delle persone e più questa tesi che all’inizio della crisi, qualche anno prima, era sostenuta solo dai più sanguigni e dai sardi, si faceva strada nelle migliaia di discussioni online.
Mandare curriculum online ormai occupava solo una piccola parte del suo tempo ed ormai lo faceva con riluttanza.
Gli annunci online chiedevano solo stagisti, camerieri e bassa manovalanza, ma per una questione di dignità e amor proprio aveva giurato a sé stesso che non si sarebbe mai abbassato così tanto. Inoltre lo doveva ai suoi genitori, avevano faticato così tanto per farlo studiare, poteva mai gettare tutto all’aria così?
Oltre alla gestione delle sue relazioni sociali e all’impegno politico, buona fetta dell’interesse di Gianni era la religione. Non la religione in generale ma una in particolare, una religione che stava nascendo proprio in quei giorni per mano di uno personaggio alquanto particolare il Dott. Bughi U. Tamtam, che stava dando forma alla Supereligione. Questo era il suo nome attuale, non si sapeva se provvisorio o meno.


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