sapore di scoperta e odore di fumo finale

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precedentemente in sapore di scoperta e odore di fumo

Il pianeta Pharin è composto da tre regioni di terra che galleggiano su mari di etere, la posizione delle tre zone cambia continuamente, questo perché quando si alzano i venti le correnti degli oceani di etere tendono a spostare le regioni.
Solitamente i Pharinani non sono popoli migratori, ma quando la regione in cui dimorano si sposta in un’area con una temperatura troppo differente da quella a cui erano precedentemente abituati, intraprendono dei viaggi per migrare verso la regione che ora si trova nell'area con la temperatura più a loro confacente.
Ci sono stati dei ritrovamenti che dimostrano che molti clan di Pharinani hanno tentato di controllare i movimenti delle loro regioni, per evitare le periodiche migrazioni. Probabilmente, un tempo, forse quando la popolazione era ancora poco...

Oggi, anni dopo da quando era una studentessa, Aura ascoltava quello stesso file sulla vita dei Pharinani. Le parole uscendo dal memoryreader le fecero riaffiorare i ricordi più dolci di quegli anni, anche se questi ultimi erano così vividi nella sua mente da sembrare reali, come se li stesse rivivendo. Ormai Aura viveva in balia della nostalgia, le bastava chiudere gli occhi per essere di nuovo lì, nei viali del pianeta-scuola, nell'oculusteca, a studiare e preparasi per i test. Test dopo test era riuscita a laurearsi a pieni voti e diventare un'affermata antropologa intergalattica, aveva realizzato il sogno di una vita, ma, nonostante l'apparente successo, non si sentiva appagava, anzi, percepiva solo una costante e perenne sensazione di vuoto, mista a malinconia e nostalgia per quei tempi...
Negli ultimi mesi capitava spesso che Aura si ritrovasse a ripensare alla sua vita da studentessa, in particolare agli anni passati sul pianeta-scuola Diploda. Quella sera però era nostalgica degli anni passati a prepararsi per il test che le avrebbe fatto vincere la borsa di studio per il pianeta-scuola Diploda.
Quasi ogni sera, Aura si trovava seduta all'oblò della sua stanza da letto, che affacciava sullo spazio aperto, con un bicchiere di jafy, il suo migliore amico negli ultimi tempi, ma anche la causa dell’alto livello di alcool nelle sue vene.

“Ormai vivi di ricordi, ti basta chiudere gli occhi per essere di nuovo lì, per sentirti ancora protetta da quelle mura, quelle mura che sanno tutto di te, ti hanno visto crescere, ti hanno visto gioire, ti hanno visto piangere, le hai prese a pugni, gli hai parlato e loro, a loro volta, ti hanno risposto, quelle mura che custodiranno per sempre i tuoi segreti, quei segreti che nascondi anche a te stessa, quelle voglie, quei desideri che non ammetteresti mai. Fra quelle mura ti sentivi sicura, ti sentivi libera, per la prima volta ti sei sentita viva e ti piaceva.”

Aura fece per bere, ma si rese conto che il bicchiere era vuoto, si alzò e si riempì, per la sesta volta quella sera, il bicchiere…

“Ora è tutto finito la musica è stata spenta, le scoperte sono finite, l’ultima nuvola di fumo è scomparsa via, le strade sono vuote e le sere non iniziano più con quell'amaro pieno di amore. Non scenderai più su un nuovo pianeta con il cuore in gola sperando di trovare un nuovo inizio dietro la porta. Non avrai più un posto dove andare a leggere e nello stesso tempo osservare tutta la vita che ti circonda. Non passerai più davanti a fontane olografiche che proiettano ricordi. Non avrai più nuove civiltà da scoprire.”

Aura aveva avuto una carriera brillante come antropologa intergalattica. Era riuscita a estingue il suo debito di vita con lo stato in soli dieci anni di lavoro. Si era laureata sul pianeta-scuola Diploda con il massimo dei voti. Aveva pubblicato i famosi saggi sulle civiltà che avevano abitato gli ultimi tre pianeti disabitati che erano rimasti sconosciuti e inesplorati fino a quel momento. Aveva ottenuto riconoscimenti a livello intergalattico, era il membro più giovane del comitato della cultura storia della galassia di Shey, ma tutto questo non le bastava, non più almeno.
Da quando era giunto il momento di abbandonare il pianeta-scuola Diploda la sua vita aveva perso ogni ragione, ogni motivazione, non era riuscita a trovare il suo posto nel pianeta come era riuscita lì...

“Ora è tutto finito la musica è stata spenta, le scoperte sono finite, l’ultima nuvola di fumo è scomparsa via, le strade sono vuote e le sere non iniziano più con quell'amaro pieno di amore. Ogni tanto ci provi, indossi gli oculus, accendi lo speaker, ma non senti più nulla. Quei mondi che erano fuori, adesso ti sono entrati dentro, prima ti proteggevano ora ti isolano, prima ti includevano ora ti escludono, erano la tua vita, ora sono il tuo dolore. Ti hanno protetto, ti hanno fatta sentire sicura, ti sei sentita appagata e hai rischiato, ma ora… ora non hai più la forza di scommettere… non ne ha più la voglia…”

Aura guardò il bicchiere, c’era ancora un goccio di jafy, girò lo sguardo verso la bottiglia, era vuota, come se avesse improvvisamente preso un’improvvisa decisione scattò e portò il bicchiere alla bocca, bevve l’ultimo sorso. Si alzò, andò verso le dispense, poggiò l’indice sinistro all'anta e questa si aprì, dentro c’era un oggetto ovoidale, con al centro un materiale riflettente. Aura accostò l’oggetto ovoidale alla sua fronte. La parte metallica era fredda. Ci furono delle piccole scintille. Un leggero ronzio, come di circuiti bruciati. Aura cadde a terra, senza vita.

Il giorno successivo su ogni newsread il primo articolo fu relativo alla morte della famosa antropologa intergalattica Aura K. Dahl. Gli articoli parlavano di suicidio per mezzo di un sintetizzatore di vita, un dispositivo con uno schermo che, se in contatto con un essere vivente di qualunque pianeta, è capace di assorbirne la linfa vitale. Infatti, secondo gli articoli risultava che la Dahl avesse, nelle settimane precedenti, attivato il cip del mignolo sinistro, solitamente utilizzato per il possesso di armi letali.
Gli articoli, inoltre, riportavano anche che gli agenti erano fermamente convinti della tesi del suicidio in quanto avevano trovato un documento, scritto di pugno dalla Dahl in cui emergeva la sua nostalgia dei tempi in cui c’era ancora qualcosa da scoprire nel nostro universo, e la sua apatia alla vita, o all'aspettativa di vita senza le emozioni che la sua carriera le davano. Il Daily Galaxy aveva riportato anche una parte del manoscritto ritrovato in casa della Dahl…

“Ora è tutto finito. Lo speaker di diffusione musicale è stato spento, le scoperte sono finite, l’ultima nuvola di fumo è scomparsa via, le strade sono vuote e le sere non iniziano più con quell'amaro pieno di amore.
Quando ti fermi, anche se sarebbe meglio dire quando ti fanno fermare, quando i ricordi ti portano a pensare a quello che era, a quello che c’era, alle strade affollate, alle serate interminabili, al sapore della scoperta, all'odore di fumo e alle canzoni, sempre le stesse, ma ogni volta erano in grado di scavare sempre più in fondo, sempre più dentro, così ogni volta un po’ più luce ti riscaldava l’anima.
E quel calore lo sentivi, quel tepore ti faceva stare bene come quando sei in uno di quegli abbracci che ti fanno mancare il respiro… e ora, ora la musica è stata spenta, le scoperte sono finite, l’ultima nuvola di fumo è scomparsa via, le strade sono vuote e le serate neanche iniziano più.”


fine

Commenti

  1. Altra bella storia, soprattutto quest' ultimo sorprendente capitolo.
    Io mi aspettavo di vedere Aura alle prese con ľ esame di ammissione a Diploda , trovo ottima ľ idea di spostare la narrazione decenni in avanti e mostrare la fine del personaggio

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    1. Grazie Mau, fa piacere sapere che ti sia piaciuto il racconto

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