rivoluzione automatizzata parte 2


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In poche parole, come si può intuire dal nome, l’idea del dott. Tamtam è di una religione che inglobi tutti i credo monoteisti, limando tutte le piccole contraddizioni. Il fedele potrebbe andare in chiesa la Domenica, fare la preghiera del mattino in moschea e andare in sinagoga. Una specie di multipass. I convegni ed il blog del dott. Tamtam erano ormai affollatissimi di nuovi seguaci.
Quel poco che per adesso era sicuro di aver capito è che il Dott. Tamtam sosteneva che i tre grandi monoteismi avevano radici in Abramo e che quindi erano sostanzialmente complementari. Dando per appurato che in parte tutte e tre le religioni sono state corrotte da secoli di manipolazione umana, bisognava cogliere solo la vera e nuda essenza e tutti i tratti fondamentali che avevano in comune le “tre sorelle”, come amava soprannominarle il Dottore, e curarsi poco di dogmi e dogmucci marginali.
Gianni un po’ si vergognava di questo suo interesse per il modo spirituale ma questa nuova religione, così pasticciata ma semplice lo attirava irresistibilmente, certo non aveva ancora afferrato bene tutti i requisiti ma nel frattempo si immedesimava nei commenti al blog del Dott. Tamtam senza osare parteciparvi. La richiesta più frequenti al blog quella mattina era l’implementazione di altre religioni non monoteiste, cosa che avrebbe causato non pochi grattacapi al pur volenteroso Dott. Tamtam, pensava Gianni perplesso.
All’improvviso suonò il citofono.
Era arrivata la mamma.


Quel pomeriggio Gianni doveva incontrarsi con Teo e Momo per andare al cinema, ma l’appuntamento saltò. Momo era partito per un weekend improvviso in montagna. Teo e Gianni erano quasi sicuri che si trattava di una ragazza.
Teo quindi optò per un pomeriggio di sonno in vista della sua serata in discoteca mentre Gianni si ritrovava con un pomeriggio libero tra le mani.
Dopo un paio di partite a Spirits of Darkness 6, Gianni si stese un po’ a leggere, per poco e senza voglia, poi si rimise sul pc.
Tentò di resistere come ogni giorno, ma fallì. Voleva con tutto il cuore evitare di andare sul profilo globalsocials della ex, davvero con tutto il cuore. Ma non sapeva resistere.
Con Adele si erano lasciati già da più di un anno, ma non riusciva davvero a farsene una ragione. Nel frattempo aveva pure frequentato un paio di ragazze, ma nulla riusciva a fargliela dimenticare. Tentò pure di convincerla a tornare con lui ma senza successo.
Andare a sbirciare sui suoi profili non faceva che fargli del male. Lei nel frattempo a quanto pare si era frequentata con diversi ragazzi da allora. Foto di viaggi, feste, serate in discoteca e quant’altro fioccavano quotidianamente e il fatto che lei sembrava stare molto bene senza di lui lo deprimeva.
Comunque il fatto che non sembrava avere un ragazzo fisso lo rincuorava; forse anche lei non trovava la persona giusta e forse questo gli lasciava qualche chance. Magari un giorno avrebbe cambiato idea e sarebbe tornata da lui. Non doveva fare altro che aspettare il momento giusto, il momento giusto per dimostrare a sé stesso e al tutti di non essere inutile. Era comunque sicuro che il momento giusto ci avrebbe messo un po’ ad arrivare.

Il momento di Gianni, infatti, arrivò quella sera stessa, in una accesa discussione politica virtuale, dove come sempre, alla fine si arriva solo alla conclusione serve solo la rivoluzione ma nessuno la fa. Gianni con tono amaro e sprezzante affermò che si, erano tutti dei cagasotto e dei leoni da tastiera e che avrebbe mandato in piazza la sua umanomatic a protestare che sarebbe stata sicuramente più brava di tutti loro messi insieme. Il messaggio di Gianni riscosse un successo inaspettato decine e decine di persone tra il serio e lo scherzo scrissero che anche loro l’avrebbero fatto e qualcuno cominciò pure a speculare sulla fattibilità tecnica della cosa.
Gianni, preso dall’entusiasmo, aprì una pagina dedicata all’evento sui Globalsocials fissando il venerdì seguente come data della manifestazione. Il luogo: Montecitorio. Il successo virtuale fu sorprendente, quella notte Gianni non dormì fino alle cinque del mattino. La pagina “protesta degli umanomatic” diventò un successo immediato e molte persone si offrirono di contribuire alla riuscita dell’evento. La settimana seguente fu frenetica; la parte tecnica e logistica dell’evento era la parte più difficile, il neo-comitato tecnico della protesta aveva l’obbligo di fornire in tempo utile tutte le indicazioni tecniche sul come far arrivare in piazza gli umanomatic. Le macchine erano progettate per fare piccoli lavori domestici e non per proteste in piazza.  Arrivarono contributi da tutte le parti e presto venne messo giù un manuale su come guidare la macchina. L’idea era semplice: come si “guidava” la macchina la prima volta all’esecuzione di qualsiasi compito, anche la protesta sarebbe stata guidata manualmente. Infine si decise per una questione di logistica che solo chi abitava nelle vicinanze sarebbe arrivato fino a Montecitorio. Per gli altri andava bene la piazza più vicina a casa. Questa soluzione non piaceva a tutti ma era l’unico modo di permettere anche ai residenti della periferia di partecipare senza grossi problemi. Durante la settimana il comitato marketing, capeggiato da Gianni che di questioni tecniche capiva poco, aveva invece pubblicizzato l’evento il più non posso. Un sacco di gente gli scriveva per avere maggiori informazione e tutto ciò lo gasava tantissimo. Era sicuro che il tam tam era giunto pure ad Adele e l’idea che lei lo vedesse al centro di un nascente progetto non gli dispiaceva affatto. Purtroppo lei non si era mai interessata alla politica e la speranza che anche lei aderisse alla protesta era remota. Il problema fondamentale era gestire tutte le richieste, gli insulti, le minacce di morte e le proposte assurde che arrivavano e tutto ciò teneva Gianni ben occupato e gli dava ben poco tempo per pensare ad altro. Il giovedì notte finalmente arrivò a tutti i simpatizzanti il manuale tecnico definitivo, i ragazzi del gruppo tecnico fecero un ottimo lavoro, il manuale era quasi uguale a quello in dotazione con gli umanomatic. La manifestazione era fissata per le 17.00. la promessa che le eventuali prossime manifestazioni sarebbero state molto più semplici, visto che a quel punto le macchine avrebbero memorizzato il tutto, spinse molti a sacrificare i propri impegni pur di partecipare. Non che molti dei partecipanti avessero molto di importante da fare.
Il successo della prima manifestazione andò oltre ogni immaginazione. I partecipanti non superarono il centinaio, a quanto pare qualche altra decina di umanomatic non ce la fece ad arrivare in piazza, qualcuno venne investito e qualcun altro finì la carica della batteria dopo poche centinaia di metri. La schiera di umanomatic, silenziosa ed indecifrabile, sostò davanti al parlamento per poco più di mezz’ora, giusto il tempo di attirare l’attenzione di curioso e giornalisti. Il motivo del raduno ad una prima occhiata non era molto chiaro solo qualche sparuto umanomatic aveva affisso un cartello, molto scarni a dire il vero si passava dal “basta” al “vergogna”. Qualche parlamentare incuriosito si era fermato a fare foto.
Quella stessa sera la notizia era dappertutto, certo veniva presentata nella sezione “curiosità”, così per farsi due risate, ma l’eco fu notevole. Sulla rete fu un vero trionfo. Gianni era, ovviamente, al settimo cielo. A grande richiesta il comitato mise in programma una seconda manifestazione.



rivoluzione automatizzata continua...



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