odd parte 4

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Sentendo quelle parole per Tessa fu come se quei dieci anni le fossero scesi addosso tutti insieme, come se fino a prima di sentirselo dire non se ne fosse resa conto, come se anche questa volta non aveva lasciato entrare l’odore delle emozioni nei suoi polmoni e fosse stata in apnea per tutto quel tempo. Anche se nella realtà, appena prese consapevolezza dei dieci anni, smise di respirare, contrasse i muscoli e serrò la mascella. Dan ormai conosceva la sua amica, e sapeva riconoscere, forse anche prima di lei, quando l’ansia inizia a vincere la partita di tiro alla fune che ormai va avanti da anni tra Tessa e l’ansia.
- Tess, respira, non stai respirando
- Si, lo sto facendo, se non lo stessi facendo non potrei parlarti
- Tess, ci abbiamo provato, abbiamo cambiato città, regione, e siamo tornati, ma ovunque siamo andati e chiunque abbiamo finto di essere in questi dieci anni noi siamo rimasti sempre noi, il tuo corpo rimarrà lo stesso e su di esso rimarranno le tue cicatrici, e ogni volta che le guarderai ti ricorderai come te le sei fatte e il perché, il mio corpo rimarrà lo stesso e su di esso rimarranno le mie cicatrici, e ogni volta che le guarderò ti ricorderò come me le sono fatte e il perché e a volte questo riaccenderà la rabbia, il dolore, la sofferenza, l’apatia, la voglia di mollare tutto, quell’odiosa sensazione di impotenza, la voglia di scappare via il più lontano possibile, la voglia di tornare indietro nel tempo e poter cambiare i fatti.
- Ma non possiamo tornare indietro
- Si, lo so, ma…
- Ma tanto, qualsiasi cosa tu faccia loro rimarranno con te, rimarranno sul tuo corpo, nella tua memoria, fanno ormai parte di te, più di quanto tu faccia parte di loro, Dan
- Tess, tu le vorresti eliminare, cancellare, rimuovere dalla tua pelle, ma se lo facessi allora il dolore, la sofferenza e la solitudine provata non sarebbero serviti a nulla e tutte le lacrime versate sarebbero state inutili, avresti consumato solo te stessa, senza avere nulla in cambio.
- E cosa avrei avuto in cambio? un amico che non c’è più?!?
- Abbiamo perso molto, potrai aver perso la te di un tempo, quella che si fidava almeno di due persone, quella che amava l’amore di queste due persone, quella che credeva in noi tre e nei numeri dispari, quella che sognava la vita di noi tre da grandi, potrai essere diventata una che non crede più nella lealtà della vita, una che sa che la vita è una puttana, e come una buona puttana ti fotte
- Dan siamo stati fottuti e Jacob più di noi due
- Tess, per questi dieci anni voglio fare qualcosa di buono in nome di Jacob, era uno di noi, lui non può fare più nulla ma noi, insieme, possiamo fare quel che vogliamo
- Dan, basta non ne voglio parlare, se per questo che mi hai chiamata beh possiamo anche chiuderla qui.
- Tess…

Erano ormai le 11:17, il tè ai fiori di sambuco nella tazza rossa con su scritto I wish this was prosecco era ormai diventato freddo, Tessa afferrò la tazza, lesse la scritta e in quel momento pensò che davvero avrebbe voluto che ci fosse del prosecco nella tazza al posto del tè. Fece un sorso, ma ormai non era più buono, la bustina aveva perso un po’ del suo contenuto, che fino a prima che lei afferrasse la tazza si era depositato sul fondo, ma ora aveva preso a galleggiare ed era tornato in superficie. Un po’ come quando per un lungo tempo non pensi a quelle situazioni che ti hanno ferito e a volte te ne dimentichi talmente bene che è come se nulla mai fosse successo, come se la bustina di tè non si fosse mai rotta, ma appena qualcuno ti scuote, ti porta via dal quell'equilibrio precario su cui contavi, tutto torna a galla. L’unico modo per bere il tè senza pezzettini che galleggiano qui e là è quello di filtrare, e scegliere cosa lasciare andare via e cosa tenere. Era sempre stata convinta di aver sempre scelto bene cosa lasciare andare e di non essersi mai portata dietro nessuna zavorra inutile, ma negli ultimi periodi, specie ora, dopo la conversazione avuta con Dan, si trovava spesso a riflettere sui pezzetti di tè che si era lasciata addosso e portata in giro per così tanto tempo. Forse era arrivato il momento in cui era necessario dare una ripulita alle loro vite di tutti quei pezzi di tè e fiori sparsi in giro. Per ora però forse era meglio farsi un altro tè. Aprì l’anta della credenza dove Dan conservava la scatola delle bustine di tè, ma la sua attenzione fu attratta da un barattolo di latta che avevano preso in uno loro viaggio a Praga, la prese e provò ad aprirla, fece fatica ad aprirla, molto probabilmente era da molto che non veniva aperta. Tessa forzò un po’ il tappo del barattolo, riuscì ad aprirla, ma nel farlo qualcosa le cadde a terra… spostò lo sguardo, guardò a terra… un altro oggetto che era rimasto sul fondo e ora tornava a galla.

 odd continua...

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