caro babbo natale finale

Quando riaprii gli occhi la volta successiva ero in un letto di ospedale, la stanza era addobbata a tema natalizio, sulle pareti c’erano disegnati Topolino, Pluto e altri personaggi Disney,
sui vetri della finestra c’erano dei fiocchi di neve, quelli fatti con lo spray.
Accanto a me c’era una signora, aveva l’aria un po’ preoccupata, era seduta alla destra del mio letto. Aspettava che mi svegliassi.
Quando vide che ero sveglio mi chiese come stavo, io non le risposi.
Mia madre mi aveva sempre detto di non parlare con gli sconosciuti. La signora però insisteva. Rimase al mio fianco anche per il pranzo, per il mio pranzo di Natale in un letto di un ospedale pediatrico.
A pranzo non mangiai molto, provò a corrompermi con della cioccolata.
Aveva uno sguardo che mi faceva quasi pena, alla fine le proposi un accordo. Io avrei mangiato se lei mi avesse detto dove era mia madre.

Quel giorno di Natale fu l’ultimo giorno che vidi mia madre, che le parlai, che respirai il suo profumo, che mi svegliò, che mi preparò la colazione, che mi scelse i vestiti da indossare.
Quello fu l’ultimo giorno di vita di mia madre.
Fu anche l’ultimo anno in cui festeggiai il Natale.

Nell’incidente il parabrezza dell’auto fu rotto da un ramo di un albero, contro il quale mia madre sbatté la testa, morì sul colpo. Non so se quando aprii la prima volta gli occhi riuscii a chiamarla davvero, ma se ci riuscii lei, ad ogni modo, non mi sentì, era già morta.
Anche la madre di mia madre morì quel giorno. Per me è sempre stata lei l’assassina di mia madre. Anche se piccolo riuscii però a far sì che gli adulti mi ascoltassero per un’unica cosa, l’unica richiesta di un bambino che aveva perso la madre il giorno di Natale. Chiesi di non fare i funerali insieme. I grandi mi ascoltarono. Del funerale della madre di mia madre non so nulla, mi ostinai a non andare.
Al funerale di mia madre non piansi.
Anche se c’erano molti adulti attorno a me, quel giorno mi sentii solo al mondo, forse perché lo ero davvero.

Evidentemente quell’anno Babbo Natale non aveva letto la mia lettera.
Anche se poi, senza la madre di mia madre, la mia vita fu libera da paure insensate, più serena, ormai non dovevo più proteggere mia madre, il peggio che poteva accadere era ormai accaduto. Non ero stato in grado di proteggerla, non ero stato all’altezza, non ero stato abbastanza.
Si dice che dopo la morte ci sia l’eterno riposo, la pace, il benessere, se davvero c’è allora forse Babbo Natale aveva letto la mia lettera e quello sarà stato l’unico modo che ha avuto per esaudire la mia richiesta.
Comunque, quello fu anche l’ultimo anno che scrissi a Babbo Natale.

fine

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