oltretomba finale



precedentemente in oltretomba


Arrivati alla roulotte di Jill, i due la salutarono. Jill stava ancora pensando a tutti gli interventi della regia nel corso delle riprese. Dopo aver salito il primo gradino si voltò verso i due che si allontanavano.
<Karl, anche la vecchia invalida l’avevate mandata voi vero?>
<Vecchia invalida? Non mi sembra, ma magari non ero di turno, sai per seguirvi tutti e tre ventiquattro ore facciamo a turni, quindi non so.>
<Grazie Karl.>
<Riposati Jill, sei una grande!>
La prima cosa che fece era guardarsi allo specchio. Come diavolo si era conciata. I capelli unti, gli occhi infossati, la faccia sporca, la pelle rovinata. Quanto tempo era passato? Doveva chiedere a qualcuno. A lei era sembrata una vita intera. Nell’armadio che conteneva i suoi vestiti trovò anche il cellulare. Lo accese e fioccarono i messaggi. Dalle date dei messaggi capì che erano passate solo un paio di settimane. Mentre teneva in mano il telefono notò le sue unghie tutte mangiucchiate. Ci teneva molto alle sue unghie, non poteva immaginare come abbia potuto ridurle così. Voleva farsi un bagno e dormire per due giorni. E soprattutto andare dall’estetista. Era una priorità.
Il telefonino squillò. Era Remy il suo agente.
<Eccola tornata nel regno dei vivi!>
<Vaffanculo Remy.>
<Così tratti l’uomo che ti porterà a vincere un Oscar? O preferisci il Sundance? No, non ci credo.>
<Con questi ruoli di merda che mi trovi è più probabile che dovrai portare sulle spalle il mio cadavere.>
<Jill, amore mio, sai che mi piace scherzare ma per poco. Ho sempre pensato che sei una con le palle. Ho sempre pensato che sei una tosta e per questo punto forte su di te e mi sbatto per trovarti le parti che possono lanciare la tua carriera, e non voglio ricordati che fino a due anni fa facevi la fame in teatri ammuffiti poi sei passata con me e...>
<Che palle Remy, ogni volta che ti dico qualcosa mi stai a rinfacciare qualsiasi cosa. Va bene grazie, senza di te starei battendo i marciapiedi, sei contento?>
<Tesoro non ti arrabbiare, ma ogni volta che ti risvegliano, sei sempre più insopportabile>
<Tranquillo, tanto questa è l’ultima volta.>
<Ah bene, il grande capo ha deciso che hai finito.>
<No l’ho deciso io che ho finito.>
<Se parli così, mi arrabbio per davvero. Se lui ti chiede di rifare la parte altre dieci volte, tu rifai la parte altre undici. Non scherziamo. Ti ho già spiegato che con questo film farai il botto, no?>
<Cristo! Non sono neanche la protagonista! Avessi avuto la parte di quella strega di Thea Strauss, avrei sopportato, ma la mia parte è insignificante! Non sai cosa ho dovuto passare, io ero Eva! Non si tratta di recitare come in qualsiasi altro film, qui vivi un’altra vita! Io ero una tossica disperata, volevo solo morire. Alzarsi la mattina era una condanna!>
Mentre parlava sentiva l’agente battere al computer, la ascoltava distrattamente e mentre le parole uscivano dalla sua bocca si rendeva conto che ci credeva sempre meno, sapeva che non erano convincenti. Capiva in quel momento che non aveva gli strumenti per far capire a qualcun altro quello che aveva provato, era convinta che le emozioni e i sentimenti che aveva provato semplicemente non erano traducibili in parole. Nessuna parola avrebbe veicolato un briciolo del dolore e della sofferenza. E ora che era passato un po’ di tempo dal risveglio anche il ricordo di quel dolore si affievoliva sempre più. Ad un certo punto perse il filo di quello che stava dicendo tutta la carica della sua rimostranza si era sgretolata come sabbia. La causa era persa e non ci credeva più nemmeno lei. Se una notte fai un incubo ti rifiuti forse di addormentarti la notte dopo?
<Senti cara, sei stanca, devi riposare, avete due giorni di riposo, torna a casa, vedi qualche amico. Insomma svagati e libera la mente. Puttanella ti porterei a cena stasera ma sono assolutamente bloccato in questo buco per una altra settimana. Ma ti prometto che appena posso sono da te, andiamo a cena e mi offri la migliore bottiglia del mio ristorante preferito per festeggiare la tua carriera che sta prendendo il lancio. Tu ora non te ne rendi conto ma vedrai che dopo questo film nulla sarà come prima. Fammi solo il piacere di fare quello che devi fare, vedrai che ne vale la pena. Non buttare tutto al cesso per qualche capriccio, capito? Pensa a quante farebbero carte false per essere al tuo posto. Tu non lo sai ma di questo film si sta già facendo un gran parlare, è sulla bocca di tutti. E la cosa che interessa di più è proprio questa nuova tecnica sperimentale che ha ideato il tuo amico. Anche se il film sarà la solita merda pretenziosa d’artista finirete in tutti i festival più importanti e ci sono serie possibilità di portare a casa una caterva di premi. E se l’idea di quel coglione pieno di sé comincia già a fare scalpore, beh hai beccato il biglietto vincente, mia cara Jill.>
<Va bene, Remy, hai ragione. Devo solo riposare un po’ e poi farò tutto quello che devo fare per finire questo film, vincere qualche premio e licenziarti.>
<No, non lo farai. Chi ti troverebbe i ruoli migliori a parte me?>
<Vado in albergo a farmi una bella dormita, Remy. Ci sentiamo domani.>
<Riposati, ti conosco, da domani sarai pronta a fare quello che devi. Sei una tenace.>
<Ciao Remy.>
<Ciao Jill.>


fine

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