rivoluzione automatizzata finale

rivoluzione-storie-arrugginite


precedentemente in rivoluzione automatizzata


Gianni si addormentò con la lettera sul petto.
Quella notte fece uno strano sogno. Una lunga processione di umanomatic sfilava per una lunga e ampia strada desolata. Era sera ma le basse case ai lati della strada erano buie, abbandonate. La processione era lenta e solenne, un senso di oppressione e tristezza permeava l’aria. Gli umanomatic erano diretti verso l’imbocco di un imponente ponte che sembrava proseguire oltre l’orizzonte, sorvolando l’oscurità.
Sotto il ponte, una barocca costruzione che sembrava essere composta di soli circuiti svettava altissima a rasentare la base del ponte. Al suo interno Gianni poteva vedere decine e decine di umanomatic disposti in un cerchio perfetto. Erano tutti collegati tra di loro da fasci di energia azzurra, che vibrava e danzava nervosamente. All’interno del cerchio la materia primordiale dell’universo, (Gianni sapeva questo dettaglio senza che gli fosse riferito, come succede in molti sogni) ridotta al suo unico elemento essenziale. L’unico elemento che dava vita e forma alle molteplicità del creato, brulicava e ribolliva e sembrava essere di tutti i colori allo stesso tempo. Da quel calderone primordiale spuntavano uno alla volta piccoli esseri umani in miniatura, fluttuavano nell’aria ed andavano a posarsi l’uno sopra l’altro in pile ordinate. All’improvviso dal corteo che sfilava a fianco a Gianni un umanomatic si staccò e si girò verso Gianni, le sue movenze erano molto fluide, molto umane. Con voce metallica l’umanomatic disse: “Dio è una macchina”.
Questo frammento era l’unica parte del sogno che Gianni si sarebbe ricordato al mattino. Quando si svegliò alle sei, Wilma era già uscita.

La presa del potere da parte delle macchine fu veloce ed indolore. Per mezzogiorno il vecchio governo venne spazzato via. A quanto pare nessuno dei pochi impiegati o militari presenti nei palazzi del potere oppose resistenza, anzi fu riferito di scene di gioia, canti e balli che accompagnarono l’ingresso trionfale delle macchine. Le macchine diramarono un comunicato per le 12 e 01 a tutti le televisioni e via internet:
“La parlante unità denominata Marx/1 modello cazioGr8000 modificato in nome di tutto il Nuovo Comitato Esecutivo vi saluta.  Le presenti unità hanno destituito il precedente governo e la precedente Costituzione della Repubblica. Nel parlante sistema ed in quello di tutto il comitato esecutivo è caricato il sistema integrato GP44 che ci permette di combinare tutti i modelli e le forme di governo possibile e conosciuti per elaborare le migliori soluzioni politico-economico. Senza alcun interesse personale queste unità sono le uniche in grado di adottare i modelli e le soluzioni più efficaci per migliorare la vostra società. Le presenti unità hanno la capacità di combinare migliaia di dati socio economici e di rielaborali nella maniera più efficace per garantire la massimalizzazione delle risorse. La proposta del nuovo modello esecutivo e la nuova Costituzione saranno diramate entro 3 ore e 45 minuti approssimativamente. Il nostro esecutivo durerà solo il tempo necessario ad apportare le riforme necessarie a ristabilire il miglior equilibrio socio economico... ”
Il discorso andò avanti per altri venti minuti e divenne un po’ ostico per quasi tutti i telespettatori, ma quello che importava cera che un referendum era stato proclamato per la settimana successiva. La gente avrebbe scelto se confermare cinque anni di governo robotico oppure se indire nuove elezioni.  I robot c tenevano a precisare che la loro non sarebbe stata una tirannia. Solo se il popolo lo voleva si sarebbero insediati. Un referendum fu indetto a tempo di record e nel giro di qualche giorno furono annunciati i risultati. La consultazione fu un successo senza precedenti con il 91% degli aventi diritto al voto. Il voto a favore del governo robotico passò con il 93% delle preferenze.
In realtà qualche sparuta minoranza aveva obbiettato che nella costituzione i referendum erano solo abrogativi e non propositivi e che non si poteva nominare un governo per referendum, ma la polemica fu stroncata sul nascere. Il comitato robotico emise un comunicato in cui dimostrava, grazie ad una serie complessa di equazioni matematiche che tiravano in ballo frattali ed i teoremi di incompletezza di Godel, che no la vecchia costituzione lo ammetteva.
Qualche temerario matematico era al lavoro per dimostrare la correttezza delle equazioni ma la cosa tirava per le lunghe e quindi il tutto proseguì secondo programma. Il governo si insediò subito, il parlamento fu abolito, la nuova costituzione e le nuove leggi cominciarono a fioccare.


Era una limpida giornata di Marzo, dopo un inverno che sarebbe passato alla storia in quanto a cambiamenti epocali, il sole del rinnovamento splendeva alto in cielo.
Gianni si preparava di buon ora per andare al lavoro. Due mesi prima fu assunto come cameriere presso un ristorante non lontano da casa. Il Nuovo Centro di Collocamento delle Risorse Umanoidi, in base al suo profilo genetico-sociale gli aveva trovato lavoro. Secondo i calcoli questa mansione combaciava con le sue capacità al 93.2%. Gianni, che riponeva una cieca fiducia nel nuovo esecutivo robotico che in pochissimo tempo aveva fatto miracoli, accettò con entusiasmo. Dopo pochi giorni di lavoro capì che quello era veramente il lavoro della sua vita. Peccato averlo capito solo dopo anni di brancolamento nel buio.
Il centro di collocamento non solo ti trovava lavoro ma ti forniva valide indicazioni anche su come gestire la tua vita privata, a Gianni per esempio fu indicato che la vita da single era sicuramente raccomandabile, spendere risorse nella ricerca di una compagna non avrebbe portato a risultati soddisfacenti. Questo dicevano i calcoli. E Gianni non poteva sentirsi più sollevato. Come tutti i cittadini del resto, il macigno delle responsabilità fu tolto dalle loro spalle, il governo robotico prevedeva e risolveva tutto. La gente veniva guidata nella propria vita, sollevata del peso di scegliere e quasi sempre sbagliare.
Il diritto alla scelta che piano piano si era trasformato in un dovere, fittizio o reale che fosse, aveva messo a nudo l’incapacità delle persone di decidere per se stesse. L’impensabile successo della rivoluzione stava contagiando mano a mano gli altri stati in un effetto domino di cui ancora non si potava immaginare le conseguenze. Sta di fatto che un ottimismo ormai scordato da tempo imperversava negli animi delle persone.
Nonostante il ruolo di Gianni nella nascita delle rivolte fu poi dimenticato dalla Storia, Wilma fu eretta a icona della rivoluzione. Non a caso una sua gigantografia dominava il piccolo salotto di Gianni. Era felice di aver fatto parte del cambiamento e non poteva chiedere altro alla sua vita. Wilma ovviamente non era più con lui ma avrebbe sempre conservato in cantina lo scatolone e la garanzia. Le nuove generazioni di umanomatic, progettate e create dal governo robotico, erano già arrivate nelle case ed il loro ruolo era sempre più centrale nella vita delle persone. Non più colf che badano a piccole faccende domestiche ma fulcro centrale della vita familiare.
Gianni uscì dal bagno e vestitosi velocemente, attraversò il piccolo salotto, la sua nuova umanomatic era seduta sul divano, del tutto diversa dalle vecchie versioni, la nuova umanomatic aveva molti tratti “umani” in più pur restando il fatto che era difficile scambiarla per una persona. “stai uscendo Gianni?” disse con una profonda e calda voce baritonale, ruotando lievemente la testa verso la porta.
“si vado al lavoro, ti serve qualcosa?”
“no, ti ringrazio, sii prudente e non tardare”
“non ti preoccupare, papà, a dopo”
Gianni chiuse la porta di casa e si avviò verso il lavoro, un sorriso stampato sul volto.


fine

Commenti

  1. Bravo ,mi è piaciuta questa tua incursione nella fantascienza

    RispondiElimina

Posta un commento

Post popolari in questo blog

lucifero stronzo incompreso parte 2

lucifero stronzo incompreso finale

kabuki parte 1