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kabuki parte 1

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“esistono forse delle fluttuazioni nel mercato del sesso, della pornografia   o della prostituzione, direttamente collegate alle quotazioni della borsa  valori, di cui noi, gente perbene, non siamo al corrente?” L’arcobaleno della gravità -Thomas Pynchon Luisa scendeva la scale con calma. Il piccolo Jason le diceva di sbrigarsi che avrebbero fatto tardi. Jason saltellava sulle scale strattonando la mamma che lo teneva per mano. Luisa la mattina presto era sempre un po’ spenta. Solo una volta per strada riuscì a tenere un ritmo sostenuto. Arrivarono a scuola con i soliti cinque minuti di ritardo. Buongiorno Signora Luisa, ciao Jason, sbrigatevi! Disse la bidella, sorridente. Buongiorno Agnese, siamo ancora in ritardo! Disse Luisa, ricambiando il sorriso con uno imbarazzato. Salirono i gradini di corsa e si avviarono a passo spedito verso la classe, davanti alla porta la figura severa della maestra Patrizia li guardava. Ciao Jason entra, disse con tono asciutto. Mi racco

sapore di scoperta e odore di fumo parte 3

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precedentemente in sapore di scoperta e odore di fumo L'oculus-NW927Y7 stava rivelando un’interferenza magnetica, segnale che la oculusteca avrebbe chiuso dì lì a poco. Aura, sbuffò, non aveva voglia di tornare al mondo reale, avrebbe preferito stare ancora un per un po’ in compagnia dei Pharinani, ma per quella sera si sarebbe dovuta accontentare, si tolse l'oculos e li ripose nell'apposito contenitore. Uscendo dal cubicolo Aura vide un tappeto di studenti che, come lei, usciva dalla piccola stanza studio e si dirigeva verso i tornelli dell'oculusteca. Per uscire, come anche per accedere all'oculusteca e ai singoli cubicoli, era necessario passare sotto uno scanner il cip impiantato sotto pelle nel mignolo della mano destra. Oramai i documenti non esistevano più, erano tutti stati sostituiti con cip, nel mignolo destro c’erano quelli relativi alla professione, Aura aveva lì tutti i pass per la scuola. Nell'indice destro c’erano quelli relativi ai c

mondo 3 finale

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precedentemente in mondo 3 Passarono circa dieci minuti che Minerva passò in catatonico silenzio, al rientro aveva trovato le chiavi della 104 sul bancone. Gli occupanti dovevano essere andati via durante la sua assenza. Chissà se avevano svuotato il frigobar senza pagare. Era l’unica cosa a cui riusciva a pensare. Sperava che i tre se ne andassero senza ripassare da lì. Perché vollero mostrargli quello spettacolo agghiacciante? Era tutto una messinscena forse? Ma perché? Cosa potevano mai ricavarci? A quel punto Minerva si domandava se fossero davvero i soci del capo o solo degli psicopatici che si prendevano gioco di lui. In quel momento Athos si ripresentò nella hall, gli altri due non erano con lui. Era di nuovo impeccabile come prima. Athos guardava Minerva con uno sguardo pieno di compatimento. “L’ho forse sconvolta? Mi dispiace, sappia soltanto che stanotte lei ha squarciato il velo di Maya” Si appoggiò con le mani al bancone e proseguì: “prima di andarmene però vogli

sapore di scoperta e odore di fumo parte 2

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precedentemente in sapore di scoperta e odore di fumo Appena entrata nel cubicolo, si sistemò per bene, si mise le gocce di olio di albero di Nehem negli occhi e nelle orecchie; l’olio aiutava a rendere gli occhi e orecchie più recettivi, in quanto la sua composizione chimica era una delle migliori per la trasmissione delle onde emanate dagli oculus-NW927Y7. Attese i due minuti di settaggio, era necessario che occhi e orecchie si adattassero, nei primi minuti si perdevano entrambe le capacità, uditiva e visiva, per tornare subito dopo, ma acutizzate. La dose massima consentita era di tre gocce ad occhio, e orecchio per le persone adulte, e ogni goccia aveva una durata di circa 3 ore. Un abuso avrebbe potuto causare danni permanenti alla vista e all’udito. Appena Aura riacquisì la vista, indossò gli oculus-NW927Y7 e, con un leggero movimento delle pupille, diede avvio alla lezione. Sono circa le tredici e Dubhat, il secondo sole del pianeta Pharin sta sorgendo sulla città di

mondo 3 parte 3

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precedentemente in mondo 3   “Si certo Aramis, ora procediamo. Vede Minerva purtroppo abbiamo impegni pressanti che ci hanno spinto fino a qui di persona e nel pieno della notte.” Si sentirono attraverso la finestra dei passi veloci, qualcuno correva via fuori dal cancello aperto. Minerva scattò in piedi a vedere cosa succedeva, vide una ragazza correre in direzione dei campi. “Non si preoccupi è solo una puttana che ha appena ripulito il suo cliente” disse Athos con voce annoiata. “Cosa? Come fa.. .”  “Ascolti Minerva” interruppe Athos. “dobbiamo andare un attimo nell’ufficio di Marrone e poi ci accompagnerà nella  stanza 107 dobbiamo recuperare una cosa da lì.” Si alzarono tutti e tre all’unisono e si avviarono verso l’ufficio di Marrone. Porthos che sembrava aver perso all’improvviso quella sua aria flaccida e remissiva estrasse di tasca una chiave e con decisione aprì la porta dell’ufficio del direttore. Passarono nell’ufficio circa cinque minuti, Minerva non eb

sapore di scoperta e odore di fumo parte 1

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“Ora è tutto finito. Lo speaker di diffusione musicale è stato spento, le scoperte sono finite, l’ultima nuvola di fumo è scomparsa via, le strade sono vuote e le sere non iniziano più con quell’amaro pieno di amore. Quando ti fermi, anche se sarebbe meglio dire quando ti fanno fermare, quando i ricordi ti portano a pensare a quello che era, a quello che c’era, alle strade affollate, alle serate interminabili, al sapore della scoperta, all’odore di fumo e alle canzoni, sempre le stesse, ma ogni volta erano in grado di scavare sempre più in fondo, sempre più dentro, così ogni volta un po’ più luce ti riscaldava l’anima. E quel calore lo sentivi, quel tepore ti faceva stare bene come quando sei in uno di quegli abbracci che ti fanno mancare il respiro… e ora, ora la musica è stata spenta, le scoperte sono finite, l’ultima nuvola di fumo è scomparsa via, le strade sono vuote e le serate neanche iniziano più.” Aura era appena rientrata dal pranzo, nonostante stesse ancora mastica

mondo 3 parte 2

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precedentemente in mondo 3 Erano vestiti tutte e tre di bianco, con camicie e pantaloni di lino estivo e ai piedi portavano tutti le infradito. Sembravano tre Lele Mora. Uno in particolare a prima vista sembrava proprio Lele Mora, ma non lo era. Era un po’ più minuto e magro. Un altro invece era alto e muscoloso mentre il terzo aveva un bel pancione importante ed era del tutto pelato. Tutti e tre erano comunque pesantemente abbronzati. I tre si guardarono un attimo intorno e poi si diressero verso l’ingresso interno che dallo spiazzo dava alla hall del motel. “Buonasera, Minerva”. Esordì il palestrato appena si avvicinò a Minerva. “Buonasera, signore, è già stato qui da noi?” Rispose Minerva cercando di nascondere la sorpresa nel sentirsi chiamare per nome da quello sconosciuto. “Certo che sono già stato qui, vede noi siamo i soci del signor Marrone.” Il Signor Marrone era il capo di Minerva, nonché direttore del motel. Aveva sempre parlato di questi fantomatici “soci”, che