l'assegnazione finale





“Salve, come posso aiutarla!” disse in maniera quasi entusiastica, già capivo di piacergli.

Non era proprio come me l’aspettavo; pochi capelli tagliati corti, occhi furbi ma privi di fascino anche se ogni tanto sembra passarvi qualche strano lampo, corporatura media. Insomma non una persona che colpiva a prima vista, anzi. Direi che l’aspetto era piuttosto dimenticabile.
“salve, posso chiedere a lei?” chiesi io, a questo punto non so dire quanto ero io a decidere cosa dire e quanto fosse il nanobot a recitare il copione.
“come no, mi dica tutto.” Rispose lui sempre affabilmente.
“dovrei cambiare la batteria del mio impianto fonico” risposi con il tono più disinvolto possibile, intanto guardavo gli olo-depliant sul bancone. Quando alzai lo sguardo lo colsi che mi guardava la scollatura. Un brivido attraversò tutta la schiena. Con disinvoltura mi chiese: “bene, metta il polso qui sul lettore per vedere la marca ed il modello del suo impianto.”
Passai il polso sul lettore sul bancone e tutti i dati comparvero sul suo schermo.
“bene, non è molto vecchia la sua batteria, problemi di carica?” chiese.
“non so, mi da qualche problema... Credo che si sia danneggiata” risposi.
“si vede che la usa molto, eh?” disse con un sorriso un po’ ambiguo. Io continuavo a sentirmi a disagio. “beh, utilizzo normale credo” risposi.
“ok, guardi non ho in magazzino molte marche adatte al suo impianto, al momento le posso offrire una Mk-2200, è una batteria di fascia media, comunque se il suo utilizzo non è intensivo, per il momento dovrebbe andare bene. Se vuole intanto le posso ordinare qualcosa di meglio anche a livello di compatibilità.” 
“sì, certo perché no, intanto prendo questo” ecco questo era decisamente il nanobot. Non vedevo l’ora di andarmene figuriamoci tornare per una nuova batteria. Eppure al centro gestionale non mi avevano accennato ad una seconda visita. Avevano cambiato forse idea senza avvisarmi?
“perfetto allora si sieda qui che le cambio la batteria” mi indicò una poltrona con un apertura a livello della nuca a fianco al bancone. Doveva estrarre la batteria sotto la mia nuca ed inserire quella nuova.
Mi sedetti e scostai i capelli. Sentivo le sue mani che trafficavano su di me, erano fredde ed umide. Ad un certo punto si chinò di più per estrarre la vecchia batteria e a quel punto sentivo il suo alito sul mio collo. Ero così tesa che cominciai a sudare e  pensai che l’effetto del nanobot fosse finito.
Estrasse la batteria, prima di inserire quella nuova mi scostò gentilmente i capelli. Inserita la batteria fece un po’ di pressione fino al click. Mi sembrò che le sue mani avessero indugiato sulla mia nuca un secondo in più del necessario. 
“ok, a posto, può alzarsi. Tutto bene? Le dà fastidio?”
“no, no grazie va tutto bene.” Mi alzai.
“Allora mi lascia il suo numero così l’avviso quando mi arriva l’altra batteria.”
“ah, sì certo” avvicinai di nuovo il polso sul lettore sul bancone e feci scaricare il mio numero.
“bene, credo che nel giro di un sole o due mi dovrebbe arrivare, è sicura di stare bene vuole qualcosa da bere?”
“no, davvero sto bene, grazie. Soffro solo un po’ i cambi di hardware, ma va tutto bene.” Immagino che fossi bianca come una tela.
“ok, allora la chiamo io, può interessarle qualche altro articolo? Non so uno skynet 7 per implementare...” “ no, davvero va bene così, ora devo andare” lo interruppi io, “quanto le devo?”
Cercai di sorridere. 
“ah sì certo, ecco prego” sembrava un po’ stizzito a questo punto. Passai per la terza volta il polso sullo scanner. 
“perfetto, transizione eseguita le arriverà tra breve la ricevuta, allora ci sentiamo” disse tornando a sorridere.
“ok, grazie, ancora” uscii a passo spedito dal negozio. Nel primo bagno che trovai vomitai la colazione.

Dopo due giorni ricevetti una sua chiamata, mi disse che il pezzo era arrivato e mi disse di passare solo la mattina perché lui nel pomeriggio non era di turno, disse che siccome l’ordine l’aveva fatto lui doveva consegnarlo per forza lui. Anche se non convinta della motivazione ringraziai e dissi che sarei passata appena possibile.
Ovviamente non tornai mai e come mi garantirono dal centro civico non ricevetti altre sue chiamate.


fine.

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